Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Se un pregio si vuol trovare è nel quadretto dell'italiano tipico, che Camerini dipinge egregiamente. Da un lato un Sordi "emancipato" e pertanto ancor più ridicolo nel suo tentativo di distinguersi dai suoi consimili che alla fine, come lui, rivelano di avere la stessa natura, dall'altro un Gassman piacione che rappresenta la mente creativa dell'italiano medio, pronto ad inventarsi tutti gli espedienti possibili con il minimo sforzo (tant'è che i soldi investiti non li ha sudati lui) pur di emergere dalla miseria, dall'altro ancora Manfredi che comanda nella coppia ma non prende decisioni. Tutti hanno in comune due cose, diffidano della polizia e provano a fare i furbi finendo per apparire piuttosto come fessacchiotti in balia degli eventi. L'orgoglio li porterà a dare un ultimo colpo di reni, durante le interviste dopo la risoluzione del caso, per risultare i veri artefici della risoluzione piuttosto che gli imbranati che stavano per mettersi nei guai da soli; l'ingenuità li porterà a ricommettere lo stesso errore al contrario, durante il viaggio di ritorno, mostrando infine la vera morale del film: l'italiano medio si fa conoscere all'estero per qualche cafonata e piccole furberie ma resta sempre una brava persona.
Non si respira aria di capolavoro in questa pellicola che soffre tutti i suoi anni, Manfredi e Gassman sono prevedibili mentre probabilmente è Sordi quello che spicca su tutti. Dal lato femminile vale un discorso analogo in riferimento a Franca Valeri che, se non strafa, riesce comunque a lasciare il segno quando passa. L'intento era probabilmente quello di creare una contaminazione di generi tra commedia e giallo e questo è di per sè difficile per il carattere antipodico dei due generi, Camerini non vi è riuscito pur avendo comunque fatto un prodotto godibile (ed il cast in tal senso lo ha aiutato non poco). Voto: 6.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta