Regia di Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Gorin vedi scheda film
Godard lievemente addolcito, vagamente piegato alle logiche (ed ai limiti) della comprensibilità umana media. Il regista parla sempre per sè, tiene un lungo comizio sul suo punto di vista sulla società, sulla politica, sulla Francia fra il 1968 ed il 1972, sul movimento operaio e più in generale sull'uomo e su quant'altro gli passi per la mente, ma per lo meno cerca di condividere una storia - per immagini e situazioni - con i suoi spettatori. E il risultato - colorato, vivace, frizzante, ma spesso appesantito dai dialoghi - non è nemmeno male.
Una giornalista ed un regista finiscono sequestrati in una fabbrica occupata dagli operai in rivolta contro il padrone, anch'egli tenuto prigioniero dai facinorosi. E' questione di pochi giorni, ma bastano a rivelare le varie facce della 'rivoluzione operaia'.
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