Regia di Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Gorin vedi scheda film
«Vedrete un film d'amore con le vostre star preferite. Si amano e litigano come in tutti i film. Ma ciò che li separa o li riunisce si chiama lotta di classe. Jane Fonda, giornalista, e Yves Montand, cineasta, passeranno da “ti amo” a “non ti amo più” e poi di nuovo a un secondo “ti amo”, questa volta diverso dal primo. Cosi parlò’ Jean Luc Godard.
Crepa padrone, tutto va bene Francia/Italia 1972 la trama: Suzanne Dewaere giornalista americana e un regista della Nouvelle Vague, coinvolti sentimentalmente, vengono sequestrati da un gruppo di operai in sciopero. Insieme a loro c'è anche il direttore della fabbrica Marco Guidotti. Per cinque lunghi giorni i tre ascoltano la versione degli operai le condizioni in cui sono costretti a lavorare. Per i due intellettuali e per il padrone sarà una grande lezione di etica e politica applicata. La recensione: Crepa padrone, tutto va bene (Tout va bien) è un film diretto da Jean-Luc Godard e Jean-Pierre Gorin. Benché non riconosciuto ufficialmente, è l'ultimo lavoro nato dal Gruppo Dziga Vertov che i due animarono tra il 1969 e il 1972. Sceneggiatura di Jean-Luc Godard e Jean-Pierre Gorin. Casa di produzione Anouchka Films. Vicco Films, Empire Film Distribuzione in Italia Fida. Fotografia di Armand Marco. Musiche di Paul Beuscher. La fabbrica è stata ricostruita negli studi Éclair a Épinay-sur-Seine. Un film molto particolare, ma degno di essere visto come tutte le opere di Godard regista raffinato e con uno stile molto riconoscibile unico e raro. Un film sperimentale, mantiene intatto il suo fascino non è datato. Una pellicola che ha come filo conduttore la teoria marxista e di sinistra e si intreccia amabilmente con la storia di un amore in difficoltà tra i due protagonisti principali “Lui” il pubblicitario di successo e Suzanne Dewaere la giornalista americana impegnata, interpretati da Yves Montand e Jane Fonda. Un film strano e di complessa decifrazione, con la scena dell'incursione al supermercato Carrefour, diretta in modo magistrale da Godard un piano sequenza dove la macchina da presa carrella avanti ed indietro mantenendosi dalla parte opposta delle casse per mostrare svariati episodi che si svolgono tra gli scaffali. La scena dura circa 10 minuti, ed è ripresa in un unico piano sequenza. Il titolo è meraviglioso per un film consigliato soprattutto agli appassionati del grande regista francese. Un film che ci induce ad una profonda riflessione sugli sviluppi del Maggio francese del 1968, sulla mercificazione del consumismo, che investe il mondo del lavoro, la politica e la cultura. Un film dove domina il dialogo e la parola, in alcune parti verboso e stancante, molto didascalico e paradossale, oltre che surreale. Bella la frase iniziale che enuncia “Per fare un film ci vogliono i Divi”. Per finire degno di menzione anche il nostro Vittorio Caprioli nel ruolo di Marco Guidotti il direttore della fabbrica di salumi preso in ostaggio per cinque giorni dagli operai della fabbrica occupata. Interpreti e personaggi Yves Montand: Lui Jane Fonda: Suzanne Dewaere Vittorio Caprioli: Marco Guidotti, il direttore Jean Pignol: il sindacalista CGT Anne Wiazemsky: militante comunista Eric Chartier: Lucien Pierre Oudry: Fréderic Élisabeth Chauvin: Geneviève Yves Gabrielli: Léon Huguette Miéville: Georgette Castel Casti: Jacques Louis Bugette: Georges
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