Una giornalista americana e un cineasta della Nouvelle Vague, coinvolti sentimentalmente, vengono sequestrati da un gruppo di operai in sciopero. Insieme a loro c'è anche il direttore della fabbrica. Per cinque giorni i tre ascoltano dalla bocca degli operai le condizioni in cui sono costretti a lavorare. Per i due intellettuali (e per il padrone) sarà una lezione di etica e politica.
Note
Godard in uno dei suoi film considerati più schematici. A torto, perché a parte qualche passaggio datato, "Crepa padrone, tutto va bene" si basa su una grande intuizione: fare del cinema marxista attraverso lo stereotipo della "love story".
la rappresentazione della fabbrica occupata (tutta ricostruita in sudio? è uno spaccato ,molto funzionale che parlabdella realtè del lavoro e della ribellione operaia che ne cinsegue, Film prezioso e seminale
Godard lievemente addolcito, vagamente piegato alle logiche (ed ai limiti) della comprensibilità umana media. Il regista parla sempre per sè, tiene un lungo comizio sul suo punto di vista sulla società, sulla politica, sulla Francia fra il 1968 ed il 1972, sul movimento operaio e più in generale sull'uomo e su quant'altro gli passi per la mente, ma per lo meno cerca di condividere una storia… leggi tutto
MUBI
"Anche fuori dalle fabbriche si è come in fabbrica.
Nessuno parla a nessuno.
Tutti attendono i nuovi attori."
Un regista francese a corto di idee (Yves Montand), compagno di una giornalista americana finta in Francia all'epoca del "maggio francese" nel '68, e poi rimasta in loco per i successi quattro anni (Jane Fonda, stupenda con la sua sofisticata capigliatura sbarazzina… leggi tutto
Se all' epoca un film del genere poteva considerarsi,a ragione,originale e riuscito,oggigiorno restano molti dubbi.Godard resta nel campo del ben più riuscito "Due o tre cose che so di lei".In "Crepa padrone,tutto va bene" quindi,la storia resta un presupposto per ribadire concetti risaputi riguardanti,ancora,il 1968,e conseguenze.Questa volta è di scena una presunta love story,dominata… leggi tutto
MUBI
"Anche fuori dalle fabbriche si è come in fabbrica.
Nessuno parla a nessuno.
Tutti attendono i nuovi attori."
Un regista francese a corto di idee (Yves Montand), compagno di una giornalista americana finta in Francia all'epoca del "maggio francese" nel '68, e poi rimasta in loco per i successi quattro anni (Jane Fonda, stupenda con la sua sofisticata capigliatura sbarazzina…
FESTA DELLA SCHIAVITU' (EHM, DEL LAVORO)
Una festa avversata da lorsignori
abituati a possedere e comandare
avvezzi ad aver dalla vita tutto a priori
incapacitati a…
Un Godard minore sicuramente. Nel periodo più politico del nostro non basta mettere in scena un’occupazione operaia di un’azienda dove i sindacati ordinano e gli estremisti autonomi comandano. Gli attori coinvolti sono eterogenei ma non riescano a dare nulla al film. Vittorio Caprioli qui padrone della fabbrica occupata non riesce a farsi ricordare nella sua solita…
A.utomunito e A.mante delle Belle A.rti cercansi (A.stenersi perditempo: arricciatori di code di maiale, raddrizzatori di banane e vice-presidenti del… segue
Che dire, è un film brutto e sgradevole. Più in particolare è lento, sconnnesso, confuso. La recitazione degli attori, inoltre, è modellata sul marxismo di Godard. Il direttore - il padrone - è una caricatura fastidiosa, e gli operai trasudano odio e sadismo verso di lui. Montand e la Fonda, interpreti di tanti bei film, in questo caso si aggirano sul set senza…
In "Full Monty" sono costretti a spogliarsi. In "Tootsie" a cambiare sesso. In "Risorse umane" i figli che hanno studiato si ritrovano a dover licenziare i padri che si sono svenati per farli studiare. In "Tutta la…
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Commenti (2) vedi tutti
la rappresentazione della fabbrica occupata (tutta ricostruita in sudio? è uno spaccato ,molto funzionale che parlabdella realtè del lavoro e della ribellione operaia che ne cinsegue, Film prezioso e seminale
commento di (spopola) 1726792Godard è crepato e non va bene per niente.
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