Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Un uomo viene lasciato dalla sua donna dopo sette anni; se ne va di casa con la figlia per un viaggio apparentemente senza meta. Il viaggio si svolge in una nebbiosa e desertica Emilia Romagna, che altro non è che l'animo vuoto ed arido del protagonista rimasto solo. Il viaggio è una ricerca; una ricerca di qualcuno o qualcosa che lo aiuti ad esprimere o a liberarsi del suo dolore. Ma il protagonista non ci riesce, incontra tante persone che nulla gli lasciano, che non migliorano la situazione. Il dolore è dentro di lui, è lui, è il paesaggio che lo circonda, sono le facce che lo circondano ed il finale pare così inevitabile. Antonioni indaga sui sentimenti, sul mistero che li avvolge, sull'impossibilità di tradurli, di esprimerli in pubblico e di razionalizzarli nel privato. Il protagonista, ad esempio, appare monolitico, inscalfibile, calmo e solo un paio di volte dalle sue labbra esce la parola 'Irma' (la donna che l'ha abbandonato), ma nessuno lo ascolta, nessuno pare capirlo; il dolore si sviluppa e cresce dentro di lui fino a distruggerlo.
Il grido è un immenso film per vari motivi: per le interpretazioni, per la lentezza dolorosa della narrazione, per la tensione drammatica, per i personaggi ed i paesaggi aridissimi che appaiono come un tutt'uno, per un finale apparentemente scontato ma terribilmente drammatico, per la consapevolezza che Antonioni possiede nello studio degli inconsapevoli sentimenti umani che tanto potere hanno sul nostro essere.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:2 impegno:3 tensione:2
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