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Il grido

Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film

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La recensione su Il grido

di mm40
6 stelle

Il grido non è solo quello folle, disperato e inutile della Valli a conclusione del film, ma è l'emblema, l'epitome della solitudine che il protagonista del film rappresenta, solitudine che per Antonioni è evidentemente una caratteristica situazione e sensazione umana. Un vero e proprio preludio a quanto il regista dirà nella seguente tetralogia dell'incomunicabilità, che prenderà piede con L'avventura (1960), una constatazione e non un atto di accusa, un'osservazione antropologica e non una critica. Ben recitato, ma soprattutto diretto con l'ottimo gusto narrativo che ad Antonioni apparteneva, pur rinnegandolo spesso per lasciar spazio a paesaggi, fotografia, silenzi: la sua cifra stilistica riconosciuta probabilmente si affina in maniera definitiva in questa pellicola. Nella quale c'è, sì, tutto questo, ma in superficie c'è una storia profondamente umana e irrisolvibile, neorealisticamente ambientata 'qui e ora', nell'Italia tangibile del 1957. Nella sceneggiatura firmata dal regista, da Elio Bartolini e da Ennio De Concini scarseggia soltanto una cosa, e volutamente: l'indagine dei (nei) personaggi; in tal modo si sa poco di essi e quel che se ne intuisce non è sempre sufficiente a rimanere al passo con l'azione in scena (mille perchè si potrebbero spendere - invano - su Aldo / Steve Cochran, altrettanti sulle ragioni dell'unione sciagurata con Irma / Alida Valli). A incrementare il senso di sconsolata vanità che permea la storia, ecco i paesaggi ferraresi tanto cari a (e tanto detestati da) Michelangelo Antonioni: accanto ai due interpreti già citati, la vera protagonista è infatti la nebbia, impiccio non da poco per la fotografia del bravissimo Gianni Di Venanzo. Ruoli minori anche per Dorian Gray, Betsy Blair e Gabriella Pallotta; musiche minimali eppure incisive di Giovanni Fusco; montaggio di Eraldo Da Roma; la Gray è doppiata da Monica Vitti, che di lì a poco diventerà compagna del regista nella vita e sul set. 6/10.

La trama

Un operaio ferrarese, con figlioletta a carico, viene abbandonato dalla convivente e madre della bambina. Comincia a cercare una nuova vita, un nuovo lavoro, una nuova compagna, ma in realtà si accorge di stare solo vagando nel suo passato, nella sua solitudine. E decide di tornare al punto di partenza per farla finita.

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