Regia di Thor Freudenthal vedi scheda film
Per fortuna c'è il cinema. Quello bello. Quello che ti fa sognare, commuovere, stare bene. Anche se parla di malattia, malattia tosta.
Schizofrenia: " psicosi cronica caratterizzata dalla persistenza di alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell'affettività. I sintomi più comuni includono allucinazioni uditive, deliri paranoidi, mania di persecuzione e pensieri o discorsi disorganizzati ".
Adam. il protagonista, ci tiene a precisare che è solo malato, e non è "la malattia". Vuole uscirne fuori, e l'amore che rifiuta e tiene a distanza, sarà invece quello che riuscirà nell'impresa. Tenterà con la medicina sperimentale, con la psicanalisi, con l'aiuto degli uomini di Dio anche (un Andy Garcia molto in parte).
Adam ha dei talenti particolari, e vorrebbe solo prendersi cura di se, ma è in balia di tre alter ego micidiali (cinematograficamente azzeccatissimi) che ne minano i comportamenti.
Con grazia ed abilità, il film ci prende per mano e ci accompagna a volte genialmente nella mente di Adam (la scena dell'incontro con la suora Preside della nuova scuola dove dovrà iscriversi, si beve da sola l'intero Justice League).
Adam (un Charlie Plummer davvero bravo a calarsi nella tormentata parte) vuol rappresentare anche quell'ognuno di noi che a volte ci assale disegnandoci mondi contorti attorno, e non ci permette l'amore pieno e incondizionato, ci fa vedere mostri ovunque, mentre spesso c'è solo serenità attorno, a volte forse non dimostrata come vorremmo, ma palese ad uno sguardo equilibrato.
Diversi colpi di scena in questa delicata pellicola, altrimenti catalogabile come si usa ora in "malattia movie", fanno capire quanto sia importante l'armonia che possiamo avvertire, unità ad una spensieratezza d'animo.
Una pellicola che consiglio a tutti. perché il buon cinema rilassa, ma riesce anche ad insegnare.
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