Regia di Giorgio Capitani vedi scheda film
Karl, industriale tedesco, è in vacanza in Italia dai parenti. Intreccia una relazione con una turista, Veronica, con cui tornerà in Germania. Ma un brutto giorno Karl trova i suoi conti dissanguati: chi è stato? Indaga, a modo suo, il nipotino dell'uomo, esperto di internet.
Non si venga a dire che internet era ancora poco diffuso (almeno in Italia) e che lo si conosceva poco, o che in fondo si tratta di un film per famiglie, dalla destinazione televisiva: Il ritorno del piccolo Lord è semplicemente un lavoraccio tirato via, scritto con i piedi, ricolmo di falle logiche e sciocchezze risibili, recitato da qualche professionista e da un branco di sconosciuti allo stesso modo: male. Ma ciò che davvero lascia maggiormente perplessi è il modo in cui viene raccontato internet, alla stregua dei film di fantascienza degli anni Sessanta; il solo fatto che un qualunque ragazzino, comodamente, da casa sua possa accedere all' "archivio segreto dell'FBI" devasta istantaneamente qualsiasi pretesa di credibilità del lavoro. Capitani è stato a lungo regista per il cinema, ma dagli anni Ottanta ha deciso di girare esclusivamente per la tv: poco impegno, giusta resa e chissenefrega delle pretese artistiche. Qui ha a disposizione un'orrenda sceneggiatura di Sergio Donati - che per inciso non ha nulla di nulla a che fare con il romanzo ottocentesco da cui prende spunto per il titolo - e un paio di interpreti di richiamo del calibro di Mario Adorf e Catherine Spaak; c'è anche il solitamente bravo Luigi Kuveiller a curare (il meno possibile) la fotografia, sciatta come di dovere per un prodotto da piccolo schermo. Co-produzione fra Italia (Rai) e Germania che ha come unico merito quello di essere in una sola puntata (e non due, come la prassi televisiva impone). 1/10.
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