Regia di Frédéric Fonteyne vedi scheda film
La cosa migliore del film è la breve durata. Nemmeno ottanta minuti, e via. Tra una confessione rivolta direttamente al pubblico e il quasi-reportage di questa anomala storia (non) d’amore, parte con l’intento di voler essere una specie di apologia del sesso tra sconosciuti perché meno coinvolto, ma finisce per diventare un mèlo sull’impossibilità della freddezza e del distacco. È un film in cui l’amore sbuca all’improvviso, perfino con violenza, nel tentativo di ricollegare i due protagonisti alla indecifrabile realtà dei sentimenti. Si alterna ai silenzi dell’abbandono, alle riflessioni sulla ricerca di una specie di pace interiore, alle ammissioni di due criminali del romanticismo. Non riuscitissimo e forse nemmeno tanto risolto proprio a causa della sua struttura semi-pseudo-documentaristica, vive delle febbrili interpretazioni di Lui e Lei, il lieto Sergi Lopez e la vissuta Natahlie Baye, capaci di non rendere mai pornografica una relazione sessuale.
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