Regia di Fabio Segatori vedi scheda film
Pasticciaccio d'ambientazione lucana, che guarda con un occhio a Tarantino e con l'altro a John Woo, senza avere né la cultura cinematografica dell'uno né la tecnica ricca di virtuosismi che ha reso celebre l'altro. Purtroppo, la ridda di omicidi che si scatena più per alcuni equivoci che per ragioni reali si risolve in un guazzabuglio confuso e poco interessante. I personaggi sono costruiti con l'accetta e l'unico di un qualche spessore è quello cui dà vita Giancarlo Giannini. Disgraziatamente tutti gli altri interpreti non sono all'altezza di un copione costruito comunque male e, per esempio, Raoul Bova e Francesco Paolantoni sono penalizzati anche da assurde parrucche che li rendono ridicoli.
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