Regia di Fabio Segatori vedi scheda film
Un giovane italoamericano che ritorna nella sua terra, un paesino del sud d’Italia, per il funerale dei suoi genitori periti in un incendio forse doloso, scatena una guerra fra bande rivali della zona. Fra loro, un ambiguo frate, un corrotto maresciallo dei carabinieri e una ragazza cresciuta coi genitori del giovane. Il debutto nel lungometraggio di Fabio Segatori strizza l’occhio a Tarantino e a “Dobermann” di Jan Kounen senza averne il retroterra tecnico e cine-fumettistico. Si propone come un moderno “spaghetti-western” in un meridione visto come “ultima frontiera”, ma non ha la forza e la pazienza di dettare e scegliere i propri tempi e la propria personalità. Un film sprecone, urlato, violento, e che butta via un cameo di Peppino De Capri e non sfrutta le caratterizzazioni sopra le righe di un Giannini in zona Wertmüller, di Paolantoni e Carlo Croccolo. Bova si sforza, ma i mezzi sono quelli che sono...
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