Regia di Fabio Segatori vedi scheda film
Peppino Di Capri suona alle festicciole dei boss mafiosi. Ma - dico io - come ti fa a venire in mente una cosa del genere? Mi pare offensivo verso il cantante, che pure si presta al gioco (serissimo). Ed è solo l'inizio, in realtà: perchè Peppino viene freddato quasi subito da una fucilata in piena fronte, destinata al boss. E' tutto vero (nella finzione del film) ed è tutto inteso nella massima serietà: questo Terra bruciata potrebbe essere lo spunto per un discreto cortometraggio comico, e invece si crede proprio un vero film. C'è il dramma, c'è l'azione, c'è la storia sentimentale e c'è pure uno spreco di mezzi non indifferente, a partire dal cast: Placido-Giannini-Bova e Paolantoni (non eccelso, ma dignitoso e in quel momento celeberrimo volto televisivo), con Carlo Croccolo di contorno. Ma per cosa? E' come apparecchiare con il servizio d'argento da 12 per sedersi a tavola da soli a sgranocchiare con le mani degli avanzi ammuffiti. Terra bruciata ha pochissime idee, tutte rigorosamente stereotipate e già straviste nel cinema d'azione: a partire dall'idea di feroce vendetta/giustizia personale che sta alla base della storia; e soprattutto fa ridere involontariamente (il finale è a dir poco agghiacciante). Una polpettaccia avariata, nonostante l'apprezzabile impegno dei professionisti protagonisti. Particina anche per Lara Martelli, meteora musicale-televisiva di quegli anni.
Un lucano, stuntman a Hollywood, torna a casa per il funerale dei genitori. Scopre così che sono stati eliminati da un boss mafioso e decide di vendicarsi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta