Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Capolavoro del cinema bellico nostrano, certamente consigliabile. Una pellicola che, partendo da quella "grande" biasima tutte le guerre, in generale. Sovversione, incertezza, paura, patriottismo, ma anche stupidità ed odio. E sopra tutto ciò, l'ignobile verità di una realtà perennemente incombente... Liberamente tratto dallo splendido “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu (anche se tuttavia poco fedele per molti tratti), il film ha provocato al sempre coraggioso Francesco Rosi, maestro del cinema di denuncia nostrano, una denuncia per vilipendio all’esercito. Qualche influenza evidente dal precedente “Orizzonti di gloria” (Kubrick, 1957). Superbo, ma non fa testo ormai, Gian Maria Volontè.
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