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Caldi amori in vetrina

Regia di Hans Billian vedi scheda film

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La recensione su Caldi amori in vetrina

di undying
4 stelle

Commedia erotica tedesca circolata in tutto il mondo, Italia compresa. Opera di Hans Billian, alle prese con un soggetto tipico del periodo (aspirante erede che deve soddisfare una clausola sessuale). Cast femminile di rilievo, che contempla la praghese Alena Penz in seguito presente anche su set italiani (Salon Kitty e Maldoror).

 

locandina

Caldi amori in vetrina (1973): locandina

 

Per entrare in possesso di un'ingente eredità, lasciata da uno zio libertino (deceduto in un incidente d'auto mentre era in compagnia di una donna), Thomas (Gunter Ziegler) deve soddisfare la clausola che impone di giacere ogni giorno, per una intera settimana, con una ragazza diversa. Trattandosi di un inesperto ancora vergine, l'obiettivo per l'aspirante erede non è affatto scontato, ma una lista di nomi facilita il compito del giovane: lo zio ha indicato sette ragazze, ognuna delle quali porta in vita una catenina da recuperare solo dopo aver consumato il rapporto sessuale.

 

locandina

Caldi amori in vetrina (1973): locandina

 

Premessa: non si tratta di hard, anche se il titolo, la trama e il regista, che di lì ad un anno di distanza avrebbe poi praticato il genere, lo fanno supporre. Hans Billian, misconosciuto cineasta tedesco che stiamo riscoprendo su Film Tv, gira una commedia erotica (titolo originale: Liebesjagd durch 7 Betten, ossia "caccia all'amore in 7 letti") con presenza di un folto gineceo costituito da bellezze teutoniche bionde, tra le quali anche Alena Penz, la settima ragazza incontrata da Thomas (che poi con lui nel film convola a nozze), attrice di sexy commedie tedesche (cose tipo Una viziosa con tanta voglia in corpo di Franz Josef Gottlieb) in seguito ospite anche nel Salon Kitty di Tinto Brass e nell'introvabile Maldoror (1977) di Alberto Cavallone.

 

0009888-i-like-the-girls-who-do-1973

 

Billian sceneggia un film, circolato con buona distribuzione in tutto il mondo (anche in USA come I like the girls who do), imbastito su un soggetto estremamente elementare e punta tutto a mettere in mostra i corpi delle sette (in realtà nove) ragazze, spesso inserendo ironici momenti con occasionali voyeurs (l'esposizione ad una mostra, che giustifica il titolo italiano, con i due amanti addormentati ed esposti nudi in vetrina, la scena in piscina con operai in un vicino cantiere o quella al night con la spogliarellista che amoreggia con Thomas, all'oscuro di esibirsi in pubblico). Ormai si intuisce che Billian è sulla via dell'hard per l'insistita ed essenziale rappresentazione di accoppiamenti (mai espliciti). Da notare che il soggetto (un erede che per clausola deve comportarsi in maniera libertina) appare tipico del periodo, essendo già apparso in Bedside dentist (1971) e, in maniera pressoché simile, nell'hard Fatelo con me... bionde dolci danesi (1974).

 

"Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli." (Detto dei nativi americani)

 

locandina

Caldi amori in vetrina (1973): locandina

 

F.P. 27/06/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 78'46")

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