Regia di Jacob Chase vedi scheda film
Inefficace horror a destinazione "grande schermo" e per tutta la famiglia. Nulla di nuovo rispetto alla bassa media dei blockbuster americani, nonostante la costosa produzione e un cast d'attori particolarmente interessante.
Il piccolo Oliver (Azhy Robertson), privo di amici a causa dell'autismo (parla solo attraverso applicazioni su cellulare), oltre alla solitudine deve affrontare anche una crisi matrimoniale che sta allontandando il padre Marty (John Gallagher Jr.) dalla mamma Sarah (Gillian Jacobs). Oliver passa la maggior parte del tempo giocando con lo smartphone, sinché un giorno scopre che sul dispositivo è comparso uno strano libro illustrato, dal titolo "Misunderstood monsters" (lett. mostri incompresi). Da quel momento, una creatura dalla forma inquietante di nome Larry appare in forma di realtà aumentata (visibile negli ambienti reali solo tramite l'app. telecamera del dispositivo), diventando minacciosamente pericolosa: spaventa tre suoi amici durante un pigiama party, improvvisato dalla madre per fare socializzare il piccolo Oliver, quindi si manifesta agli stessi genitori.
"Larry non si fermerà, finché un nuovo amico non avrà... e se qualcuno cercherà d'impedirglielo, di certo la sua fine troverà."
Estensione di un'idea sviluppata in un cortometraggio del 2017 da Jacob Chase, presentata dal regista con queste parole:
"Larry, il mio cortometraggio, nasceva da un'idea semplice: un mostro, vittima della solitudine dettata dalle circostanze, desidera più di ogni altra cosa avere un amico ma ricorre a modi molto spaventosi per tenersene uno tutto per sé. Esplorava inoltre il legame che inevitabilmente intercorre tra solitudine e tecnologia: Larry sfruttava la tecnologia per uscire dalla solitudine mentre il suo amico era portato dalla solitudine a ricorrere alla tecnologia. Per certi versi, Larry era una manifestazione degli effetti controproducenti della moderna tecnologia". [1]
Alla seconda regia, dopo l'esordio con The four-faced liar (2010), Jacob Chase è all'opera con un blockbuster di certa rilevanza, destinato a circolare in quasi tutte le sale del mondo. Ma nonostante le sue dichiarazioni [2], del tutto smentite dal modesto risultato, Come play di paura ne fa ben poca, ricorrendo alla figura del solito boogeyman (ispirato nella forma allo Slender man) che stavolta non esce da sotto il letto, ma da un cellulare prima, e da un tablet poi. Destinato a un pubblico eterogeneo, con divieto 7 +, è il classico ingenuo prodotto per famiglie, che affronta l'horror ai minimi termini rendendolo, soprattutto nella fase finale, un insieme di effetti speciali più o meno efficaci, che fanno deviare il racconto nella favola. Abbiamo quindi un ottimo cast artistico, belle scenografie e una valida cinematografia, al servizio di una sceneggiatura scritta senza troppa cura (terribili le filastrocche!), dalle buone intenzioni (del tutto condivisibile l'assuefazione alla tecnologia, in parte causa di isolamento sociale) ma talmente prevedibile da azzerare del tutto l'interesse alla visione, che dal secondo tempo in poi diventa una passiva e monotona attività del tutto superflua. Quando cioè dei personaggi non interessa più nulla, significa che il film ha fallito il suo obiettivo. E i protagonisti di Come play appaiono talmente falsi e impossibili, da non meritare alcun interesse per il loro destino. Molto migliore l'inedito The Djinn, anche questo con un bambino autistico protagonista, rimasto per una notte solo in un appartamento mentre compie un rito per realizzare un desiderio.
NOTE
[1] Dalla scheda su FilmTV
[2] "Terrore e paura mi accompagnano: con i miei amici, ho messo su un'attività che realizzava case infestate per divertimento e ho imparato cosa significa creare paura dal vivo. Tutto quello che ho imparato l'ho riversato al cinema non appena ne ho avuto la possibilità."
"La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi."
(José Saramago)
Trailer
F.P. 27/06/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 96'36")
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