Regia di Henri Verneuil vedi scheda film
Certo, cinque stelle per un film di “genere”, anni ’60, di “cassetta” (oggi, si direbbe un blockbuster), può sembrare eccessivo, ma come non restare estasiati di fronte ad una sceneggiatura “blindata”, attori che giocano sapientemente con il loro carisma, la colonna sonora di Ennio Morricone, i continui spostamenti da Parigi, a Roma, a New York, i colpi di scena, le donne alla James Bond, l’assenza di sparatorie e inseguimenti all’americana, le scene “suspense”? Tutto funziona in questo film. Henri Verneuil non è un “autore”, ma quanto svolge bene il suo lavoro di artigiano! A colmare qualunque esitazione, c’è comunque il cast. Alain Delon in un ruolo che gli calza a pennello, trench, occhiali da sole, seduttore alla James Bond. Jean Gabin vecchio e determinato, buca lo schermo come quasi nessun altro. Lino Ventura sta “dall’altra parte”, è il “flic” onesto e intelligente. Non usa la pistola. Ragiona e s’impone, come personaggio e come attore. Poi, per divertirci, appaiono Amedeo Nazzari e Leopoldo Trieste. Il primo è veramente gustoso nel suo ruolo di grande boss della mala, il secondo è un po’ sprecato. Il classico colpo da molti milioni di dollari cattura l’interesse, regge fino in fondo e termina in modo tutt’altro che banale. Ingenuo e tenero Jean Gabin che, nella parte del malavitoso siciliano, emigrato in Francia all’età di 9 anni, parla italiano... senza doppiatore! Che cinema, ragazzi!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta