Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
L’ultimo film di Kubrick non mi è parso all’altezza dei suoi grandi capolavori: il problema è che non vi sono scene o sequenze che rimangono nella memoria per la loro icasticità. È tutto ben girato, ma la storia si dipana linearmente, priva di veri punti deboli ma senza scatti o vampate, dovuta anche all’interpretazione degli attori, corretta ma non entusiasmante (il migliore è Sidney Pollack), come se il regista avesse voluto soprattutto liberarsi finalmente da un progetto meditato da moltissimi anni. Anche l’orgia in maschera, che rappresenta il punto culminante del film, è, sembra volutamente, priva di erotismo essendo vista con il freddo occhio di un antropologo che scruti i comportamenti umani, come ritualità più che come un baccanale, e non ha tutta la carica trasgressiva della novella in cui i partecipanti erano travestiti da monaci e suore.
È da dire che il soggetto derivato da una novella di Arthur Schnitzler (”Doppio Sogno”) è alquanto complesso avendo più livelli di lettura (realtà e sogno, ambiguità dei personaggi e dei loro rapporti, critica sociale) che si intersecano.
L’aspetto posto più in evidenza nel film, come nel racconto di Schnitzler, è la doppiezza di tutti i personaggi che hanno un’identità intima che differisce grandemente da quella mostrata all’esterno la quale soggiace alle convenzioni sociali, tradotta visivamente nella metafora delle maschere e dei travestimenti. Per esempio, Bill è un medico un po’ vacuo e superficiale legato alla moglie, ma è decisamente attratto dal sesso extraconiugale che però, per un motivo o l’altro non riesce a concretizzare; Alice, anch’essa legata sentimentalmente al marito, ha avuto una forte attrazione sessuale per un ufficiale che però nemmeno lei ha avuto modo di portare a compimento; la figlia dell’amico deceduto svela inaspettatamente a Bill di essere innamorata di lui e poi parte con il fidanzato; Ziegler durante il ricevimento da lui dato con la moglie, tenta di avere un rapporto con una ragazza che però va in overdose ed è salvata da Bill.
Inoltre, nel finale si rivela viscido ed ipocrita: professandosi amico di Bill, in realtà lo minaccia essendo stato fra coloro che lo hanno ignominiosamente espulso dal rito orgiastico, inoltre, alla notizia della morte della ragazza che ha riscattato Bill con grande coraggio, e che era quella con cui si era appartato durante il ricevimento, la definisce una puttana e si mostra sprezzantemente indifferente alla sua morte. Con questo comportamento viene anche posta in luce la reale incomunicabilità fra la classe superiore rappresentata da Ziegler, dedita principalmente a soddisfare il proprio edonismo dietro un’apparente rispettabilità, e quella intermedia.
Il punto di svolta del film è il sogno che Alice racconta a Bill al suo rientro dopo il rito orgiastico, nel quale si concedeva all’ufficiale concupito mettendo in ridicoli il marito: il sogno in un certo senso raffigura a parti invertite l’orgia a cui voleva partecipare Bill che rimane fortemente scosso dalla rivelazione. La sera successiva, dopo essere stato da Ziegler, Bill trova sul cuscino accanto alla moglie la maschera che credeva di aver perduto e crolla, non potendo più sostenere la sua doppiezza, confessandosi alla moglie: è evidente la metafora della maschera, vuota essendo venuta a galla la verità. Il sogno di Alice, quindi, le ha permesso di liberarsi del peso che aveva sulla coscienza e a Bill lo ha reso conscio della realtà e della sua natura ed ha quindi permesso alla coppia di portare il loro rapporto su basi più consapevoli.
Complessivamente “Eyes wide Shut” è un ottimo film ma per me non raggiunge le vette dei suoi capolavori.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta