Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Tratto da Doppio sogno di Schnitzler, analisi decadentista delle turbe pseudo reali o semi oniriche di una coppia del primo novecento, omaggio freudiano neanche troppo celato.
Dall’epoca i costumi smoralizzeranno assai in fretta ed Eyes Wide Shut (più o meno “Occhi chiusi spalancati”), prova, una settantina d’anni dopo a far trasalire ancora i benpensanti con quest’elogio del sogno traditore e delle sue conseguenze sulla morale di coppia.
Certo è che, a noi, ulteriori dieci anni dopo, ubriachi di trans ed escort, le festicciole in villetta, orgiasticamente mascherate, fanno quasi tenerezza.
Incensata da ben oltre mezzo mondo, quest’ultima opera kubrickiana beneficia decisamente dell’effetto scomparsa del Maestro (spirato praticamente a fine montaggio).
Ed io m’asserraglio con forza nella porzioncina di mondo rimasta perplessa e manifestamente delusa tenendomi stretti gli Shining, i Barry ed i 2001….
La storia è in apparenza lineare, narrata in un appallozzante settantottogirismo con recitazione sbiascicata e nudi kidmaneschi a livelli industriali.
Coppia affascinante e benestante (lui medico, lei teorica gallerista a tempo perso), si ritrova una sera ad un megaparty natalizio di un riccastro e consorte, amici di vecchia data.
Proprio durante la festa, il padrone di casa, che non disdegna scappatelle a base di prostitute d’alto bordo e cocktail ero/cocainosi (con moglie ed invitati al piano di sotto!) avrà bisogno dell’aiuto di Tom Cruise, interrotto (e salvato quindi) proprio mentre, a forza di fare il belloccio, un paio di modelle sculettanti e sdilinquite stanno portandoselo in appartata alcova.
Nel frattempo la Kidman se la balla con un draculesco ungherese che vistala sull’alticcio pensa di poter far bingo ma, per quanto allegrotta, Nicole ancora distingue un tardone da un marine e gli fa capire che non gliela darà neanche masterizzata…
Mogliettina e maritino si ritroveranno più tardi ed ammetteranno di essersi notati l’un l’altra (lui con le zoccolette e lei col decrepito).
Da qui ricche dichiarazioni d’amore e fiducia reciproca ma anche un desiderio, inconfessato fino ad allora, da parte di lei: durante una vacanza col marito, Nicole vide un marine da paura (graduato ovviamente…), desiderò ardentemente di esserne posseduta, ma tutto ad esclusivo livello di vagheggiamento (del resto anche mia moglie sogna Denzel Washington ogni tanto, io Jennifer Aniston, e finisce lì…).
Tom Cruise no. Và decisamente in puzza.
La figlia di un suo paziente lo chiama perché il papà è appena deceduto e lui esce, turbato e con una notte ancora lunga davanti (siamo lontanissimi dalla notte di Collateral comunque…) arriva a casa del paziente dove la figlia gli rivela che, si, vorrebbe proprio gingillarselo lì per lì il nostro bel medico, con la salma del padre ancora calda (lo salva il futuro marito di lei che arriva a casa appena in tempo).
Poi lo abborda una lucciola per strada che vuole illustrargli tutto il campionario portandoselo a casa e quasi ci sta riuscendo (…ma lo salva la telefonata della moglie che lo rimette in carreggiata), poi incontra l’amico pianista visto alla festa natalizia che gli accenna di intriganti e trasgressivi festini mascherati e lui pensa: “questa è la volta buona”, e si butta a pesce, rimedia maschera e mantello (da un noleggiatore d’abiti che scopre, incavolandosi alquanto, che la figlia sollazza i clienti in magazzino a sua insaputa) e s’infila in questo covo orgiomassonico dove avrebbe pure acchiappato ma viene individuato come intruso (nonostante il mascheramento, forse perché era l’unico nanerottolo del convivio? bah!..), si fa beccare da Brighella, il capo banda, e lo salva una tettona mascherata che s’immolerà in sua vece.
Il giorno dopo indaga sulla farsa notturna ma l’amico è stato “invitato” a scomparire, la salvatrice in maschera è stata fatta fuori (la riconosce dagli “occhi” in obitorio…), scopre anche che la prostituta che l’aveva rimorchiato è sieropositiva (ecco perché la di lei amica - con la quale Tom si sarebbe piacevolmente intrattenuto in senso biblico - ritenendolo ormai un portatore sano di virus, se ne guarda bene…).
Nel frattempo ha riportato mantello e vestiti (ma non la maschera, forse persa) dove li aveva noleggiati (ed il padrone del negozio gli fa notare, offrendo a lui, ora, la figliola sollazzatrice di clienti, che “tutto cambia” - e comincio a pensare che si può cambiare anche film, in effetti, quando i numeri diventano eccessivi… -).
Torna a casa dove la moglie ha trovato la maschera e se la mette sul letto mentre dorme come a dire; “A belloo! Sarai pure Tom Cruise ma io sò Nicole Kidman!…” il Tom contrito le racconta allora tutta la storia e decidono di dare un taglio alle loro fantasie ambigue e contorte con una soluzione suggerita da secoli di elevatissima psicoanalisi applicata. “Ora dobbiamo scopare”.
Ed un ulteriore, puntualizzante, “fra di noi”, era la chiosa finale che avrei suggerito…
Un’accorta analisi, comunque, non può far a meno di evidenziare che, per quanto rimaste sempre a livello teorico, le potenzialità fedifraghe della coppia (cinematografica), vengono impedite durante il film solo dal provvidenziale addomesticamento registico di svariate circostanze.
Manca quindi il coraggio dello sliding doors al film di Kubrick, la cartina tornasole, la prova del nove mai azzardata.
Tutto è congettura e tutto è sogno…ma “tutto può cambiare”, come ci insegna il noleggiatore di maschere… messaggio non sfruttato a dovere probabilmente…
In un film che di “grande”, vede giusto il cappottone di Tom Cruise, un paio di misure extra sicuramente…
p.s. coppia anche nella vita reale, Tom e Nicole, si molleranno poco dopo il film.
A riprova che quel “fra di noi”, postilla del roboante “dobbiamo scopare” di fine film, era un dettaglio che andava assolutamente specificato… eh eh…
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