Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Premesso che, secondo me, Kubrick è stato il più grande regista della storia del cinema, in assoluto il migliore nell'assemblaggio del girato, devo dire che questo è il suo unico film che non mi è piaciuto. Fosse stato girato da un altro regista, forse, l'avrei potuto trovare interessante, sulla scia di certe cose prodotte nel corso della sua carriera da David Lynch. Ci sono, sempre a mio parere, alcuni errori grossolani, alla base della poca riuscita dell'ultimo film del mitico regista newyorkese. Uno, ovviamente, non è imputabile a lui, ed è il fatto che Kubrick è morto il 7 marzo 1999, senza avere potuto mettere mano al montaggio del film, procedimento con il quale avrebbe potuto salvare, se non le capre, almeno i cavoli di "Eyes Wide Shut". Ma già prima c'è, secondo me, un errore grave nella scelta degli interpreti, soprattutto in quella del protagonista. Affidarsi a un attore supercane come Tom Cruise significa rinunciare all'apporto significativo (basti pensare al Peter Sellers del "Dottor Stranamore" o al Malcolm McDowell di "Arancia meccanica", ma perfino al Ryan O'Neal di "Barry Lyndon") dell'interprete principale. Perfino un'attrice di prima qualità come Nicole Kidman, posta a fianco di uno come l'ex maritino (che di come recitare il medico non aveva la minima idea), fornisce una prestazione piuttosto mediocre, con una serie di mossettine che non possono che mettere in sospetto lo spettatore sulla sincerità dell'intera operazione "Eyes Wide Shut". Avendo visto il film alcuni anni fa in versione originale, devo dire che paradossalmente, nella versione doppiata, a guadagnarci di più è proprio Tom Cruise, che, quando recita con la propria voce, è assolutamente insopportabile. Con queste premesse, il film non poteva convincermi, nemmeno dopo avere riconosciuto alcune qualità di Kubrick veramente innegabili, compresa la capacità di riuscire a rinnovarsi ulteriormente, con una serie di riprese modernissime che negli ultimi anni hanno veramente fatto scuola. Il sospetto è comunque quello della fascinazione senile per un erotismo che ormai non può più riuscire a scandalizzarci come poteva accadere ai tempi in cui Schnitzler scrisse il "Doppio sogno" da cui il film è tratto. E se tutto nasce dall'immaginazione del protagonista, stimolato dalla gelosia per la moglie o da un sogno erotico suscitato da due ninfette e da una paziente che gli confessa amore, che senso ha il finaletto moralistico, che si stenta a credere voluto e girato dal grande Stanley Kubrick?
Assolutamente inguardabile. Uno dei peggiori "divi" di tutti i tempi.
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