Regia di Robert Bresson vedi scheda film
Nel momento in cui le viene messa la pulce all'orecchio, Hélène decine di mettere alla prova l'amore di Jean dicendogli che non lo ama più: è probabilmente convinta che lui le si getterà ai piedi implorandola di non andarsene, dicendole che senza di lei non può vivere e che l'unico futuro che vede davanti a sé è un'intera vita passata al suo fianco. Ma sotto il velo della carineria, delle buone maniere e delle montagne di regali Jean si era stufato della propria compagna e desiderava da tempo liberarsene, così nel momento in cui i nodi vengono al pettine Hélène gli rivolge contro la stessa micidiale dissimulazione, mentre progetta il modo per fargliela pagare. Qui entra in scena la bellissima Agnes che sognava di fare la ballerina (e appena può torna a gettarsi in quel mondo anche solo con la fantasia) ma si è ritrovata ad essere una prostituta per ripagare i debiti di famiglia. Hélène potrà prendere due piccioni con una fava: da un lato passerà per altruista con la famiglia disastrata che finge di voler aiutare, dall'altra condannerà l'odiato ex ad una vita d'infamia, legato indissolubilmente ad una poco di buono dalla fama ormai compromessa. Ci mettono un po' ma alla fine capitolano tutti: Jean abbagliato dalla bellezza della giovane ragazza, la madre di lei che vede nel matrimonio una possibilità di redenzione sociale e persino Agnes, che aveva sviluppato una forte misandria e leggeva le attenzioni di lui come un incubo che ritorna, finisce per cedere al sentimento. Così quando il matrimonio è ormai stato celebrato, Hélène scopre gli altarini in una sequenza magnifica e terribilmente beffarda: fra gli invitati ci sono tutti i vecchi "clienti" della ragazza venuti a rendere omaggio al loro passatempo preferito. E come per molti altri film del regista il finale è solo all'apparenza una chiusura netta, perché anche se lui dice di voler stare con Agnes nonostante tutto e lei sembra sopravvivere all'attacco, non è dato sapere se le cose andranno davvero così: è il solo fatto di farcelo sperare ad essere catartico. Il grande stile di Bresson non si vedrà fino al film successivo, ma la costruzione del dramma già qui è perfettamente compiuta.
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