Regia di Robert Bresson vedi scheda film
Rispetto al primo film, "Perfidia" fa registrare un passo in avanti per Bresson : il racconto "Jacques le fataliste" di Diderot è reinventato in una forma che già preannuncia il rigore del "cinematografo" teorizzato dal regista. Storia di vendetta gelida e atroce, risolta con uno stile spoglio e antimelodrammatico, per quanto non ancora epurato come nelle opere successive. Grande prova della teatrante Maria Casares, sempre vestita di nero : il regista non ha ancora imposto le "voci bianche" che pretenderà dai suoi "modelli" in seguito, lasciando qui liberi gli interpreti di comunicare le emozioni e gli slanci dei propri personaggi. La colonna sonora è ancora piuttosto tradizionale e la sua funzione è analoga a quella rivestita in altre opere del periodo, da cui Bresson si allontanerà volutamente. Scena finale di grande intensità con la vittoria dell'amore coniugale. Nonostante il fiasco critico e commerciale dell'epoca e il fatto che in seguito sia stato praticamente rinnegato dal suo autore, è un film che si è preso la sua rivincita in appello e ha saputo trovare i consensi che merita. Voto : 8
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