Regia di Robert Bresson vedi scheda film
Mouchette è il sequel di Balthazar, idealmente parlando, ma in fondo anche le vicende stesse non sono poi così diverse da quelle che capitavano all'asinello protagonista del precedente film di Bresson. Purtroppo però non è all'altezza del suo predecessore: questa volta il regista sceglie di raccontare le bassezze, l'immoralità, la violenza e il marchio del peccato che costituiscono rilevante parte dell'essere umano utilizzando una ragazzina; per quanto sia simbolo di innocenza (e incomprensione e solitudine e frustrazione) non è però la medesima cosa, evidentemente, di un animale. Perchè Mouchette fa parte di quella stessa umanità che la insidia in ogni modo, psicologicamente e fisicamente, fino a costringerla a ripudiare la vita; perchè Mouchette, soprattutto, agli occhi dello spettatore ha una prospettiva razionale cui affidarsi, concezione che mancava per ovvi motivi a Balthazar. Bresson attinge ancora da Bernanos (come per Il diario di un curato di campagna), ma questa volta a differenza del Diario sprofonda - con una sceneggiatura, come sempre, scritta di persona - nel pessimismo più cupo e privo di speranza, caratteristica che si è affacciata di prepotenza sul suo cinema dai tempi del Processo a Giovanna d'Arco. Sublime il finale, come sempre piatto forte del regista: la ragazzina trova simbolicamente nel gioco, rotolandosi in un prato fino a precipitare in un corso d'acqua, l'agognata fine delle proprie pene; da una prospettiva cattolica, sono pene esclusivamente terrene: in quanto Mouchette è salvata da un'innocenza che la consegna senza dubbio alla grazia divina ('martire' per i peccati dell'uomo, proprio come l'asinello). Della protagonista Nadine Nortier non si saprà molto in futuro, mentre colpisce il ritorno di Jean-Claude Guilbert nei panni, come in Balthazar, di un alcolizzato. Ancora un premio Ocic (cinematografia cattolica), il terzo per Bresson; a Venezia arriva invece un premio Pasinetti (assegnato dal SNGCI). 7,5/10.
Mouchette, ragazzina povera e taciturna, è odiata dai compagni di scuola, vessata dall'insegnante e per giunta sta per perdere la madre, gravemente malata. Una notte, durante un temporale, trova rifugio nella capanna di un cacciatore alcolizzato, che approfitta di lei. L'indomani il paese lo sa: per Mouchette non rimane che una soluzione.
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