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Mouchette - Tutta la vita in una notte

Regia di Robert Bresson vedi scheda film

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La recensione su Mouchette - Tutta la vita in una notte

di Peppe Comune
10 stelle

Mouchette (Nadine Nortier) è un'adolescente di quattordici anni che deve accudire la madre malata e in fin di vita (Marie Cardinal), crescere il fratellino di pochi mesi e subire la prepotenze di un padre violento (Paul Hebert) che la picchia sempre.

 

 

Tratto da un racconto di Georges Bernanos, "Mouchette" è un film tremendamente crudo, costruito sulla totale assenza di atmosfere umanizzanti. Non c'è spazio per la pietas, per i sentimenti, per la solidarietà. La piccola Mouchette sembra essere il paradigma di una società che ha perso il senso dell'umano sentire delle cose, di una umanità che conta i giorni senza preoccuparsi di riempirne i vuoti con un pò di amore disinteressato. Col rigore e l'asciuttezza stilistica consueta, Robert Bresson tratteggia uno dei  personaggi più forti ed emblematici del suo cinema. La  scontrosità, la passività con cui Mouchette affronta  tutto ciò che gli capita, gli derivano da una vita di privazioni e di sacrifici, da un vissuto cioè che evidentemente gli ha anestetizzato anche il dolore per le continue umiliazioni che è costretta a subire. Non ha avuto il tempo di giocare a fare la bambina Mouchette e non può neanche gustare i frutti dolci che una soave adolescenza può dare. Lo scatto di ribellione contro le compagne di classe, a colpi fango sulle loro merendine, è quello contro una società che mostra indifferenza verso la sua condizione esistenziale, che invece di comprenderla la tratta alla stregua di un' indesiderata, più che includerla la emargina. Bresson non ripone molte speranze sul genere umano, il suo cattolicesimo non si fa mai morale spicciola perchè si esaurisce tutto in una questione intimamente spirituale, in un rapporto simpatetico tra Dio e le miserie umane. Per Bresson solo la Grazia Divina può redimere l'uomo dai suoi peccati e condurlo alla salvazione. Per questo Mouschette rappresenta la summa della sua poetica: per l'inconsapevole attegiamento di chi sa che non è su questa terra che può ricevere giustizia e per il vivere la vita con una passività tale da opporgli l'estremo rifiuto. Da antologia la sequenza finale quando Mouchette, avvolta in un vestito nuovo appena regalatogli in segno di una inconsueta gentilezza ricevuta, si lascia ruzzolare tra l'erba alta. Sembra voler giocare e riprendersi l'adolescenza perduta. Oppure è l'unico e definitivo gesto di ribellione che si sente di poter compiere icontro una società votata all'indifferenza verso gli ultimi. 

 

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