Regia di Elia Kazan vedi scheda film
Le vittime della guerra non sono soltanto i caduti sul campo, ma anche i sopravvissuti. Kazan ce lo dice in diretta relativamente al Viet Nam, con un dramma inquietante, che fa capire come la guerra metta in discussione qualsiasi valore che riteniamo consolidato. Persino il dire la verità o il denunciare un delitto orrendo diventano, nella logica perversa creata dall'allucinazione bellica, delle colpe da scontare. Film claustrofobico, seppure ambientato in aperta campagna, disseminato dal regista di indizi che generano inquietudine nello spettatore (ci si aspetta di vedere spuntare fuori il fucile inserito nel bagagliaio dell'auto). Cinema civile, condito da ottime prove di interpreti quasi tutti alle prime armi, incluso un giovane James Woods.
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