Regia di Luigi Magni vedi scheda film
L'esordio cinematografico di Magni nelle vesti di regista (nemmeno più giovanissimo, peraltro) sembra quasi un film in costume, ma è ambientato ai giorni nostri/suoi: non ci si poteva aspettare altrimenti, considerata la sua irrefrenabile passione per la Roma storica. Qui i personaggi sono ridotti al minimo, sia come quantità che come spessore (eccessivamente stereotipati nelle loro caratteristiche predominanti: Quirino il bruto, Faustina la vittima, Enea l'ingenuo - triangolo amoroso fra i più scontati), la trama è abbastanza sviluppata, ma senza momenti particolarmente incisivi, mentre ciò che colpisce maggiormente sono le ambientazioni all'aperto in una campagna desolata e dal sapore realmente 'antico', complice il 'mestiere' del protagonista, intento a scavare nel passato della sua città. Montagnani, inutile dirlo, spicca su tutti, e dispiace sapendo la fine (cinematografica) che farà di lì a poco, gettandosi nella commediaccia scollacciata e volgare degli anni '70-'80.
Faustina e Quirino, coppia di poveracci romani; lei è figlia di un ufficiale americano di colore e di una romana, nata ai tempi della liberazione, mentre lui è un manesco tombarolo che la soggioga con la forza. Un giorno però lei conosce il timido Enea e se ne innamora, ricambiata; restituisce le botte a Quirino e tenta la fuga con l'amante, di cui è rimasta nel frattempo incinta, ma è tutto inutile: la attende la crudele ripicca di Quirino.
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