Regia di Michele Placido vedi scheda film
Frequentava bordelli e prostitute, delinquenti e vagabondi; uccise un uomo in duello. La vita di Caravaggio non passava di certo inosservata, soprattutto all'autorità pontificia per cui il grande pittore lavorava e che ne avrebbe considerato l'eventuale condanna a morte. Fu per questo che il papa, Paolo V, decise di mettergli alle costole una cosiddetta 'ombra', cioè un uomo che lo sorvegliasse per deciderne la sorte.
Due ore tonde di polpettone in salsa storica, ricostruito con efficacia e indubbia perizia, ma altrettanto ponderoso, gravoso per lo spettatore: questo L'ombra di Caravaggio utilizza un escamotage interessante e originale – la vicenda della cosiddetta 'ombra' che seguiva lo scapestrato pittore per conto del papa Paolo V – per mettere in piedi una biografia in cui soppesare doverosamente vizi e virtù, gioie e dolori dell'artista. Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, è stato un genio dell'arte figurativa mondiale, orgoglio italiano capace di produrre delle opere indimenticabili; ma è stato altresì un folle, disperato amante dei piaceri della vita, di qualsiasi tipo essi fossero: per questo motivo, tra le tante faccende sopra le righe che lo coinvolsero, ci fu anche l'omicidio, per duello, di un rivale. La messa in scena di una storia tanto complessa e affascinante è riuscita dal punto di vista estetico, ma non si può dire lo stesso sul piano del ritmo, sostituito spesso e volentieri dalla pura e semplice vivacità (cambi di personaggi, di ambienti, di azione) nella sceneggiatura firmata dal regista Michele Placido, da Sandro Petraglia e da Fidel Signorile. Notevole anche il cast a disposizione di Placido, che si ritaglia un ruolo accanto a Riccardo Scamarcio, Micaela Ramazzotti, Alessandro Haber, Isabelle Huppert, Louis Garrel, Vinicio Marchioni e Maurizio Donadoni. 5/10.
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