Regia di Michele Placido vedi scheda film
Michele Placido è stato uno dei migliori attori della scena italiana fra gli anni 70/80, ma ormai ha alle sue spalle una lunga carriera anche come regista, con ben quindici lungometraggi realizzati fra cui probabilmente il migliore è "Romanzo criminale". "L'ombra di Caravaggio" è un progetto a cui sembra aver riservato molta cura e attenzione, un nuovo incontro cinematografico con la figura del pittore geniale e maledetto che ha già ispirato numerose biografie filmiche, fra cui sarei curioso di vedere soprattutto quella di Derek Jarman, sicuramente fra le più anticonvenzionali. Il film è un'indagine fra i misteri e gli scandali della vita di Michele Merisi svolta dall'Ombra, che sarebbe un inviato del Papa che deve decidere sulla possibilità di una riabilitazione o meno del pittore, si sviluppa con una costruzione a flashback piuttosto elaborata, risulta sicuramente meno oleografico del recente "Dante" di Pupi Avati, molto più sanguigno date le numerose scene di violenza e duelli. Pur risultando un po' lunghetto nelle due ore di durata, il film mantiene generalmente un buon ritmo, si avvale di valori tecnici di prim'ordine come la fotografia di Michele D'Attanasio, capace di ricreare un'atmosfera desolata e funerea spesso intimamente caravaggesca, sposa tesi storiografiche che sicuramente faranno discutere, in particolare quella da cui prende spunto il finale, a cui non mi permetto di alludere ma su cui ho qualche dubbio di fondo. Riccardo Scamarcio dona alla figura di Caravaggio i chiaroscuri appropriati, risultando sicuramente più convincente rispetto alla sua performance in "Tre piani" di Nanni Moretti, Isabelle Huppert ci offre una Costanza Colonna di alta scuola, Louis Garrel costruisce una figura ambigua e tormentata senza gli eccessi di altre sue interpretazioni, Micaela Ramazzotti è un po' troppo simile al suo cliché nel ruolo di una prostituta. Una co-produzione italo-francese che ci si augura possa ottenere buoni riscontri a livello internazionale, con un lavoro non banale sulla lingua dei personaggi e sui dialetti, "L'ombra di Caravaggio" è un film che non lascia un'impressione memorabile, ma a cui si può ugualmente riconoscere una dedizione e un tentativo di uscire dalle secche della tradizionale biografia filmata dell'artista maledetto che meritano rispetto.
Voto 7/10
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