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Ada

Regia di Kira Kovalenko vedi scheda film

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La recensione su Ada

di alan smithee
7 stelle

locandina

Unclenching the Fists (2021): locandina

CINEMA OLTRECONFINE/FESTIVAL DI CANNES 2021-Premio Miglior Film al CERTAIN REGARD

Ada vive in Alania, Ossezia del Nord, nel Caucaso settentrionale, gestendo un piccolo negozio di alimentari e vivendo in una famiglia di soli uomini, essendo la madre morta tragicamente anni prima.

In famiglia la ragazza deve districarsi tra un padre che la vorrebbe relegata in casa per destinarla ad un matrimonio concordato, ed un fratello minore che è innamorato della sorella e non riesce a non farle avances imbarazzanti.

Ma Ada, se proprio deve desiderare uno dei suoi fratelli, si rivela legatissima al maggiore, che da mesi è fuggito dal giogo paterno per cercarsi una propria autonomia, e che, al suo rientro, innesca in quella famiglia inquieta, una miccia in grado di deflagrare in una fuga, nonostante le condizioni del severo padre dei tre si rivelino sempre più compromesse.

 

scena

Unclenching the Fists (2021): scena

scena

Unclenching the Fists (2021): scena

 

Sullo sfondo di questa vicenda di amore/odio familiari, un luogo geografico desolato ancora ferito dai ricordi di un feroce attentato terroristico ai danni di una scuola, che diviene il perno delle ossessioni che dividono un padre vedovo ed una figlia sopravvissuta ad un orrore che non potrà mai essere celato.

L'opera prima di Kira Kovalenko, che si è aggiudicata il Premio del Certain Regard al Festival di Cannes 2021, e che nella vita è la compagna di Kantemir Balgov ed è stata un'alunna della scuola di regia di Sokurov, è un film forte che ricorda un po' nel personaggio della tenace protagonista in cerca della sua indipendenza, proprio il bel film di Balagov Tesnota.

 

scena

Unclenching the Fists (2021): scena

scena

Unclenching the Fists (2021): scena

 

E quel titolo inerente l'aprire i pugni, secondo quanto dichiarato dalla regista, è anche stato da lei scelto in onore ad un film che l'ha molto segnata, come I pugni in tasca di Marco Bellocchio, del quale ha cento in comune la tensione che si crea tra varie generazioni all'interno di una stessa famiglia, in una lotta psicologica che si sviluppa all'interno del focolare domestico, per la salvaguardia da una parte dei principi cardine, e dall'altra per la salvaguardia della propria libertà di agire.

Circostanza che divide e crea tensioni, racchiude pugni impegnati a lottare ognuno per la salvaguardia del proprio pensiero, e spinge alla fine a dischiudere quegli stessi pugni in segno di una civile e saggia propensione ad un dialogo che smussi o provi a dirimere certe ostilità apparentemente inconciliabili.

 

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