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Il collezionista di carte

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il collezionista di carte

di hallorann
8 stelle

E’ come se Paul Schrader girasse sempre lo stesso film. La storia dell’ex soldato torturatore di Abu Ghraib è simile a quella del tassista solitario Travis Bickle di “Taxi driver”, il pastore di “The First Reformed” e tanti altri titoli scritti e diretti. Uomini solitari che cercano di dimenticare il passato indossando una nuova maschera che però non riesce a nasconderlo. Vie crucis nel peccato o nella colpa e nella ricerca di espiazione. Cercare una ragione, una missione da compiere. Detto in parole povere il senso di colpa, l’autodistruzione, la catarsi, la redenzione. Il personaggio di William Tell Tillich conduce una vita asettica, dopo otto anni trascorsi in prigione per i crimini commessi in Iraq, ora la sua nuova vita è scandita da viaggi in auto, trasferte continue per assecondare la sua professione di giocatore di poker. Attese su attese, come spiega lo stesso autore, creano quel pathos necessario per dare una dimensione intimista e misteriosa al personaggio cercando di tenere lontano il dramma interiore vissuto. Due incontri gli aprono la via della salvezza. Il primo non è cercato ma voluto da Cirk Beauford, figlio di un torturatore suicidatosi dopo aver reso impossibile la vita a lui e alla madre. E’ un ragazzo che lo avvicina con uno scopo ben preciso: uccidere colui il quale ha addestrato il padre e anche Tillich alle tecniche d’interrogatorio, il maggiore John Gordo. Quest’ultimo, come tutti i capi, non venne perseguito, al contrario di Tell, ma anzi continua a tenere conferenze su ciò che faceva come in quella in cui i due Cirk e William si incontrano. Il giocatore decide di ingaggiarlo come accompagnatore con la missione di ripianare i suoi debiti maturati negli anni del college non concluso e di fargli rincontrare la madre. Il secondo incontro è quello con La Linda, una intrigante mediatrice di finanziatori di giocatori d’azzardo. Dapprima è un semplice rapporto di lavoro e contatti da un Casinò all’altro, dopo diventa qualcosa di importante.

 

locandina

Il collezionista di carte (2021): locandina

 

Lo stile di Schrader ha da sempre una sua dottrina, come se i protagonisti delle sue storie seguissero una strada che è già nella loro testa. Prendiamo Tell, decide di adottare e aiutare Cirk, restando nel calcolo delle probabilità tutto dovrebbe quadrare come nel conteggio delle carte e nell’analisi degli avversari o di determinate variabili nel gioco. Ecco che come subentra il cuore la ragione soccombe, William si dimentica di Gordo. Anche il ragazzo aveva in testa una missione. L’incontro con la Grazia ovvero La Linda è inizialmente casuale, poi lui la sceglie come ancora di salvezza. “Quanto tempo ci ho messo a trovarti” diceva Richard Gere nel similare “American Gigolo”. Gli ultimi venti minuti sono da manuale perché Tell ha un presentimento (l’occhio che poco prima evocava uno stato di cupezza esteriore e interiore), molla la finale e torna in motel per scoprire la verità. Esecuzione fuori scena, poi ritorno all’inizio in carcere ma come nel finale di “American Gigolo” si cita “Diario di un ladro” di Bresson. La sequenza ideale dell’autore nel descrivere la parabola del protagonista è stata la caduta, il riscatto, la nuova caduta e la grazia in forma di amore.

 

Oscar Isaac, Paul Schrader

Il collezionista di carte (2021): Oscar Isaac, Paul Schrader

 

Schrader, al di là della sua ineguagliabile forma cinematografica e della concezione trascendente di essa, riempie il contenuto di denuncia della cricca di Bush ma più in generale della politica estera americana votata alla violazione dei diritti umani. Sembra dirci, per l’ennesima volta, dello stato delle cose reali della democrazia americana. Trio di protagonisti: Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan eccellente più Willem Dafoe in partecipazione straordinaria.

 

Tye Sheridan, Oscar Isaac

Il collezionista di carte (2021): Tye Sheridan, Oscar Isaac

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