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Il collezionista di carte

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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Antonio_Montefalcone

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La recensione su Il collezionista di carte

di Antonio_Montefalcone
7 stelle

La necessità di una difficile espiazione personale

Con la sua ultima pellicola, “The Card Counter”, Paul Schrader torna su temi che lo ossessionano da sempre e di cui ha infarcito le sue più belle e migliori sceneggiature, quei capolavori come “Taxi Driver” o “Toro scatenato”, ma anche i film da lui diretti come “American Gigolò” o “Affliction”, e stavolta non scava soltanto nell’anima nera o dannata dei suoi tormentati e insofferenti protagonisti, ma anche nelle pieghe ombrose e malate di una America macchiata da colpe imperdonabili (come le deprecabili torture durante la guerra in Iraq; le torture inflitte e subite nel carcere di Abu Ghraib).

In tutta la vicenda narrata aleggiano gli errori di una nazione, la violenza e le percosse ai più deboli.

 

L’interessante opera tratta tematiche complesse e profonde come colpa, espiazione e redenzione.

I dilemmi morali affliggono l’anima di persone lacerate, il passato resta prepotente nel loro presente, e le esistenze rischiano di naufragare via per sempre.

 

Oscar Isaac

Il collezionista di carte (2021): Oscar Isaac

 

Schrader mette in scena, con una regia soltanto in apparenza quieta, un noir disincantato, cupo, rarefatto, vigoroso, che coinvolge e spinge alla riflessione: alle luci al neon dei casinò si contrappone più forte e invisibile il buio tenebroso della psiche del protagonista (un bravissimo Oscar Isaac) sempre persistente e nascosto, ma anche sempre pronto a deflagrare da un momento all’altro, e la sceneggiatura è molto attenta a descrivere le zone oscure che si nascondono sotto ogni bella apparenza, sotto ogni levigata superficie che sia umana, sociale o metafisica.

 

Il peso delle responsabilità delle proprie decisioni e delle proprie azioni (sbagliate) ti segnano l’esistenza.

E allora, qual’ è il limite (e come saperlo riconoscere) tra sanità e follia mentale, tra corruzione e affermazione morale? Potrà mai esserci veramente una via di salvezza, una possibilità di redenzione tutta personale?

 

Sono questi i più grandi interrogativi che ritornano più volte e che permeano tutto il film; un film, che tra pregi e difetti, dona solidità alla propria “sostanza”, sa muoversi tra i tanti dilemmi con la chiarezza e la precisone essenziale di una parabola, e sa descrivere fino in fondo il tortuoso percorso che porta dall’inferno al paradiso, tra vie ignote e impreviste…

 

Non basterà a farlo un capolavoro, ma gli infonde tanta dignità.

Un cinema duro e personale, di cui se ne consiglia la visione.

 

Il collezionista di carte (2021): Trailer ufficiale italiano

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