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Il collezionista di carte

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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La recensione su Il collezionista di carte

di Furetto60
7 stelle

Ottimo lavoro del regista Schrader. Magnifica prova attoriale di Oscar Isaac

William Tell alias Oscar Isaac, è un ex soldato scelto, carceriere del famigerato Abu Ghraib durante la guerra in Iraq, congedato con disonore e finito in prigione per otto anni in seguito alle violazioni dei diritti umani di cui si è macchiato, ora si guadagna da vivere come giocatore d'azzardo a tempo pieno, spostandosi di casinò in casinò e di motel in motel. Si racconta e ci racconta la sua vita, che puntualmente trascrive su di un diario tutte le sere; lui ha espiato con la galera i suoi misfatti, ma il suo capo, mentore e istruttore John Gordo non solo non è mai stato condannato, ma addirittura ha fatto una brillante carriera. Un giorno viene notato e avvicinato dall'affascinante La Linda, il cui impiego è fare da tramite tra i giocatori più brillanti e i finanziatori, ma declina la sua proposta in quanto intenzionato a mantenere un profilo basso e accontentarsi di piccole vincite. Tuttavia le sue priorità cambiano quando nel corso di una conferenza del vecchio comandante Gordo, conosce il giovane Cirk alias Tye Sheridan, figlio di un altro torturatore, allievo di Gordo, morto suicida; Circk è pieno di risentimento nei confronti del Maggiore John, reo di aver addestrato il genitore a diventare un perverso violento. William, per redimersi e mettere a sopire i suoi demoni interiori, vuole distogliere il giovane dai suoi propositi omicidi e ad aiutarlo a saldare i debiti accumulati dopo la caduta in disgrazia della famiglia, William accetta cosi di entrare nella scuderia di La Linda, purtroppo le cose non prendono la piega auspicata e Circk viene eliminato da Gordo. A questo punto arriva la resa dei conti:William stana e affronta Gordo a mani nude, annunciandogli che solo uno potrà resteare vivo. Il feroce duello che si sviluppa è sottratto alle telecamere, che restano fuori campo, mentre la macchina da presa inquadra una stanza vuota accuratamente coperta dalle lenzuola bianche;l'esito prevedibile, ma che non si svela, racchiude la nemesi del personaggio. Il poker è tutta una questione di “attesa”, afferma il protagonista del film e Shrader  parla attraverso il suo cinema: un cinema , di silenzi, di lentezza e di attesa, appunto. William Tell è un altro outsider che si va ad aggiungere alla schiera degli antieroi del regista, magnetico nei suoi movimenti, affascinante, solitario, cupo, impassibile. Con i suoi rituali, le sue regole, la sua vita monotona,Tell è un individuo  passivo, che si lascia vivere. La sua freddezza però nasconde il tormento di un segreto inconfessabile.Il formidabile attore Oscar Isaac ne costruisce la maschera, scolpita attraverso una raffinata interpretazione, realizzata in sottrazione, il suo personaggio mantiene una postura quasi ferma , con una mimica ridotta al minimo e la voce atona. L'eleganza estetica del "film" è ottenuta tramite una felice disposizione geometrica dei punti luce, lo spazio fisico e metafisico in cui si muove il protagonista è determinato da queste riprese. La gamma cromatica di colori freddi, estende l'atmosfera rarefatta amplificata dal montaggio di Benjamin Rodriguez Jr. La mdp, spesso inquadra con lenti grandangolari, seguendo i movimenti dei protagonisti, fino a quando passa ad angoli di ripresa più accentuati;l'esito è un piano-sequenza in soggettiva, reso allucinato dal “fisheye”, con un effetto tridimensionale. Il gioco d’azzardo dunque come metafora di vita, ma anche esplicito atto di accusa contro le aberrazioni belliche statunitensi, di cui Schrader continua a farsi promotore, viene narrata inoltre una società priva di valori e riferimenti, dove i figli abbandonano le madri, i padri si suicidano, e l'unico modo per non avere problemi è solo rendersi quasi invisibili.  Cupo e angosciante, il cinema di questo regista non si smentisce,tuttavia anche nel dolore individua un barlume di speranza, il suo Tell nel finale riscopre l'amore e la passione.




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