Trama
William Tell è un giocatore d'azzardo ed ex militare. Tutto ciò che vuole è giocare a carte quando un giorno la sua spartana esistenza viene sconvolta dalla conoscenza con Cirk, un giovane vulnerabile in cerca di aiuto per il suo piano di vendetta contro un colonnello. Nel suo rapporto con Cirk, Tell vede una possibilità di redenzione e, con il supporto della misteriosa agente La Linda, si propone di vincere la World Series of Poker di Las Vegas, passando da un casinò all'altro. Tuttavia, mantenere Cirk sulla retta via risulta impossibile e Tell viene trascinato nell'oscurità del suo passato.
Approfondimento
IL COLLEZIONISTA DI CARTE: UN PASSATO DA PERDONARSI E FARSI PERDONARE
Diretto e sceneggiato da Paul Schrader, Il collezionista di carte è un thriller di vendetta che racconta la storia di un ex militare divenuto giocatore d'azzardo ma ancora perseguitato dai fantasmi delle sue decisioni passate. William Tell ha prestato servizio come soldato scelto e porta sulle sue spalle il duro peso morale di alcuni crimini strazianti in Iraq. Dopo aver scontato una pena in prigione, si è reinventato come giocatore professionista del circuito di poker americano ma ciò che ha fatto all'estero continua ancora a tormentarlo, anche dopo aver scambiato isolamento e disperazione per amore e connessione. L'unica opzione a sua disposizione è quella di fare i conti una volta e per tutte. L'occasione di uscir fuori dalla sua disperazione esistenziale arriverà quando trova una sorta di famiglia nella finanziatrice La Linda e nell'adolescente Cirk, alla ricerca di risposte dopo il suicidio del padre soldato.
Con la direzione della fotografia di Alexander Dynan, le scenografie di Ashley Fenton, i costumi di Lisa Madonna e le musiche di Robert Levon Been e Giancarlo Vulcano, Il collezionista di carte è prodotto da Martin Scorsese ha al centro un uomo solo con i suoi demoni e la sua ricerca di redenzione. Ha spiegato Schrader: "Negli anni ho sviluppato un mio genere di film, titoli che spesso hanno per protagonista un uomo solo in una stanza che indossa una maschera di cui sarà chiamato a liberarsi. Che si tratti di un taxista, di uno spacciatore, di un gigolò o di un reverendo, prendo il personaggio e lo metto al cospetto di un problema più ampio, personale o sociale, da affrontare. In Il collezionista di carte, William Tell è solo nella sua stanza con la sua maschera addosso, quella di un giocatore di poker professionista, che sembra essere un ex torturatore per conto del governo degli Stati Uniti. In pratica, è una sorta di ponte tra la World Series Poker e Abu Ghraib".
L'idea di Il collezionista di carte al regista è venuta mentre cercava finanziamenti per un western con protagonisti Ethan Hawke e Willem Dafoe, due suoi attori ricorrenti. Il fulcro ruotava intorno al tema della colpa, della penitenza e della resa morale. "Non una colpa generale, in senso cristiano, ma un tipo più specifico di senso di colpa", ha sottolineato Schrader. "E se qualcuno avesse fatto qualcosa che non può perdonare a se stesso? Sebbene sia stato in prigione e la società possa averlo perdonato, lui non ha perdonato se stesso. Ha fatto qualcosa di terribile e vive in una specie di purgatorio. Come uscirne? Come per molti dei miei personaggi, William Tell sta aspettando il suo momento e che succeda qualcosa. Per lui, ho inventato una professione adatta a chi aspetta e vive in una sorta di non esistenza. Il gioco d'azzardo forniva lo sfondo perfetto. Guardando programmi di poker in tv e pensando alle motivazioni psicologiche che muovono le persone che giocano alle slot machine, ho cominciato a immaginare la vita dei giocatori, una non esistenza monotona in cui le ore passano senza che accada qualcosa. Con il poker, puoi giocare per giorni interi prima che arrivi la magia di una mano fortunata: si tratta di una continua attesa".
"Per Tell - ha aggiunto ancora - mi sono inventato un passato oscuro e tumultuoso da soldato nella guerra in Iraq. Mi sono chiesto cosa avrebbe potuto fare nella sua vita di così eclatante da non riuscire ad andare avanti. Anche i serial killer riescono a perdonarsi. Ma se avesse fatto qualcosa che ha stigmatizzato anche il suo stesso Paese? Da questa domanda, ho cominciato a pensare alle torture commesse nella prigione di Abu Ghraib, alle vittime arabe e ai torturatori americani, alle responsabilità di un'intera nazione e di quella cultura militare che le hanno permesse. L'intera vicenda si svolge tra casinò americani, cocktail lounge e camere di motel: le regioni costiere americane e le animate interstatali sono il luogo ideale per qualcuno che vuole perdersi e rimanere perso. Ma anche un luogo in cui qualcuno può inaspettatamente ritrovarsi grazie anche alla varietà di persone e personalità che incontra".
Il cast
A dirigere Il collezionista di carte è Paul Schrader. Sceneggiatore e regista, Schrader è nato il 22 luglio 1946 in Michigan, in una famiglia olandese calvinista. Ha compiuto i suoi studi al Calvin College e all'UCLA Film School, lavorando come critico cinematografico (il suo testo più celebre è Il trascendente… Vedi tutto
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Commenti (20) vedi tutti
Spunti di grande cinema per una storia di redenzione mancata, pellicola ambiziosa a cui purtroppo manca la carta vincente alla mano finale.
leggi la recensione completa di FabelmanPellicola maiuscola, prodotta da Scorsese. Tutto è perfetto, dal protagonista alla colonna sonora, dalla fotografa alla magnifica sceneggiatura. Una goduria per gli occhi.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloUn po' lento, forse un po' pesante. Nel complesso lo valuto più che sufficiente, ma non oltre. P.S.: il titolo italiano non c'entra nulla, il titolo tradotto corretto è "IL CONTACARTE". Voto: sufficienza piena/più che sufficiente.
commento di Yusaku87“È inutile che vivi fuori se muori dentro.” (cit. da Rebibbia quartiere, tramite “Strappare Lungo i Bordi”). Chiunque può provare a redimersi un poco. Anche in ritardo. Basta non aspettarsi sconti.
leggi la recensione completa di mckLa necessità di una difficile espiazione personale
leggi la recensione completa di Antonio_MontefalconeOttimo lavoro del regista Schrader. Magnifica prova attoriale di Oscar Isaac
leggi la recensione completa di Furetto60Il gioco d'azzardo, le carceri americane della tortura ed una città illuminata di notte. Schrader dirige bene un film paradigmatico anche se col freno a mano un po' tirato mentre il doppiaggio poteva evitare diversi anglicismi nelle case da gioco migliorando la comprensione.
commento di bombo1Un buon film, non per tutti, che offre uno spaccato sulla vita dei giocatori e sulla psiche umana.
leggi la recensione completa di tobanisIl collezionista di sbadigli! Trama inverosimile per un film alquanto noioso
commento di Travis21La parte migliore? I titoli di coda! Osannato a destra e sinistra mi sono deciso di guardarlo ma l'unica cosa certa è di aver buttato via 1 ora e 49 minuti della mia vita. Ah dimenticavo fatevi una caraffa di caffè se avete intenzione di guardarlo. SOPRAVVALUTATO!
commento di Letiv88Un film sobrio, asciutto, alla Scorzese -per intenderci- molto ben girato e altrettanto interpretato. Però non è un thriller, è un comune film drammatico. Il gioco delle carte è solo un contenitore, anzi fa proprio da sfondo a ben altro dramma. Non lo ricorderò come un gran film. Sufficiente. Voto: 6
commento di GARIBALDI1975Tanto sofisticato quanto palloso.
commento di gruvierazPaul Schrader è un autore che specula molto sul non visto per dare ai suoi film delle intriganti soluzioni visive. Così è anche ne "Il collezionista di carte", un thriller "calmo" che solo nel finale esplode di rabbia con il suo carico di repressa disperazione. I fantasmi ritornano, insieme al conto che qualcuno dovrà finalmente pagare. Geometrico.
commento di Peppe ComuneLasciatevi guidare da Isaac dall'inizio alla fine...non vi pentirete...
commento di ezioUn film elegante, asciutto e potente, in cui le tematiche cardine della poetica di Schrader, quali la colpa, la redenzione e l’onere delle azioni passate, trovano il loro interprete ideale in un magnetico Oscar Isaac, antieroe moderno il cui stato di alienazione è l’emblema della decadenza dell’America contemporanea.
leggi la recensione completa di rickdeckardil titolo italiano non ha nulla a che fare con questo film in cui non ci sono bari con gli assi nella manica. Un film di Schrader non può che essere un film sul fato, sulla caduta, sul riscatto e sulla vendetta.
leggi la recensione completa di laulillaUn grande film classico, ronzante e disilluso.
leggi la recensione completa di ROTOTOMLa galleria di Schrader si arricchisce qui di un altro personaggio complesso e dalle mille sfumature.Un Oscar Isaac in stato di grazia e volto oscuro di un America tormentata dai demoni Iracheni.Un film secco e lineare, implacabile e giustizialista, dove il "tavolo verde" funziona come contraltare di una vita in cerca di redenzione.
leggi la recensione completa di GIMON 82Un buon film ma niente di così trascendentale a differenza di ciò che si sente dire in giro. Se proprio volete, il film vale la visione per due sequenze magnifiche di natura lisergica e per le coscione toniche di una Haddish fatalona. Come si suol dire, è però una mezza pugnetta. Appunto, giusto quella.
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoirVisto ieri in sala questo inquietante viaggio fra colpa e redenzione dilatato nei tempi fino all’inverosimile come se Schrader non avesse fretta di arrivare all’inevitabile resa dei conti, è un film quanto mai attuale sorretto dalla prova maiuscola di un Oscar Isaac che deve fare i conti con le macerie morali e i fantasmi del suo passato.
commento di (spopola) 1726792