Regia di Eric Bress vedi scheda film
Cinque soldati americani "induriti" dai combattimenti, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, sono inviati a presidio di un castello in Francia. Dopo una manovra di avvicinamento ricca di strani incontri - e scontri - danno il cambio ad altri soldati ansiosi di allontanarsi dalla costruzione. Il perchè acquista evidenza dopo che i cinque rimangono soli nella magione. Apparizioni fugaci, strani rumori, fenomeni inspiegabili dimostrano che la dimora è abitata da presenze sovrannaturali, le intenzioni delle quali appaiono misteriose. Le informazioni raccolte parlano di morti violente dei membri della famiglia che abitava il castello, ad opera dei nazisti; ai soldati americani, di fatto prigionieri nella grande casa, a causa di distorsioni spazio-temporali, non rimane che investigare, tanto sulle anime dolenti, quanto su altri fenomeni che coinvolgono le loro stesse persone. Film dell'orrore con risvolti fantascientifici ed ambientazione bellica, che sfiora la sufficienza nei tre generi. Sotto l'ultimo aspetto, lascia molto a desiderare; le molte imprecisioni storiche, tuttavia, ritengo siano volute, alla luce dell'evoluzione della trama, che porta la narrazione ai giorni nostri e si conclude con un'originalità imprevedibile. Nella sua parte centrale, l'opera presenta i tipici, visti e rivisti, connotati dell'horror, sottogenere "case infestate". Le misteriose ed inquiete presenze si rivelano secondo i canoni del genere. Mobili che prendono vita, rumori inquietanti, spaventose apparizioni di pochi istanti e figure che si muovono evanescenti nell'ombra, sequenze oniriche. La tensione non manca, e la trama induce una certa curiosità. Gli spiriti inquieti agiscono con decisione contro i nazisti; cosa vogliono, però, dai soldati americani ? I loro scopi diventano evidenti nel particolare epilogo, all'interno del quale trovano spiegazione diversi dettagli oscuri che avevo scambiato per incongruenze. Ritengo di non dover svelare tutto; traspare, dalle ultime sequenze, una volontà di denuncia, che trova sfogo in due elementi. Il regista equipara criminali di guerra del passato a loro epigoni del nostro tempo; ci dice, però, che non impedire, pur potendolo fare, un atto criminale, equivale a commetterlo, seppur in sanguinosi contesti bellici, nei quali non c'è spazio per solidarietà, pietà, rispetto per i diritti fondamentali. Niente di eccezionale la recitazione; scenografie ed effetti speciali sembrano realizzati in economia. Il film rappresenta un po' un'occasione mancata; una messa in scena meno "grezza" avrebbe giovato, dacchè l'idea di fondo è buona ed i contenuti non mancano, sebbene appaiano con chiarezza solo a pochi minuti dalla fine.
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