Regia di Antonio Bido vedi scheda film
Un altro buon giallo di Antonio Bido ...
Un giovane professore universitario in esaurimento nervoso , va a rilassarsi dal fratello sacerdote a Venezia . Ma finirà invischiato in una serie di misteriosi assassinii . Secondo ( ed in pratica ultimo ! ) film del regista veneto Antonio Bido e secondo giallo all' italiana di ispirazione argentiana ( sin dal titolo che fa il verso a " Profondo rosso " ) . Anche questo , come il precedente " Il gatto dagli occhi di giada " garantisce un ritmo incalzante , alta tensione ed inquadrature per nulla banali , con omicidi ben orchestrati .
Le locations invernali e lagunari ( Murano e Venezia ) assicurano atmosfere gotiche rarefatte e spettrali , grazie anche all' ottima fotografia di Mario Vulpiani . Azzeccata pure la colonna sonora di Stelvio Cipriani , ma riarrangiata dai Goblin . I protagonisti principali sono un insipido Lino Capolicchio ( reduce dai successi con De Sica ed Avati ) ed il più efficace Craig Hill ( reduce da una sfilza di Spaghetti Western ) . La terza protagonista è la bella Stefania Casini ( reduce da " Suspiria " ) , il cui personaggio però non è essenziale alla trama , ma ha il compito di dare un tocco femminile alla vicenda , oltre a quello di inserire qualche gradita scena sexy nella pellicola , usanza frequente nei gialli italiani del periodo . Di buon livello anche il cast di contorno , con nomi importanti come quelli di Massimo Serato e Juliette Mayniel . In buona sostanza anche questo è un discreto ed avvincente film di genere , nonostante possa apparire pieno di scopiazzature di altri più celebrati gialli nostrani dell' epoca . Personalmente non mi spiego come mai la carriera registica di Bido sia in pratica terminata qui . Per me questa pellicola , che ha avuto un buon riscontro al box office , merita tranquillamente un 6,5 .
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