Regia di Antonio Bido vedi scheda film
E' un discreto thriller italiano, non troppo bello e non troppo brutto. I modelli sono più di uno: "La casa dalle finestre che ridono", "Profondo rosso", "La donna che visse due volte" ed altri. Ci sono alcuni momenti ben girati con una discreta suspense. L'intreccio, a dire il vero, non è solidissimo e chiarissimo; bisogna fare qualche sforzo per far quadrare tutti i conti. Venezia è sfruttata bene, ma secondo me è un po' troppo luminosa per un thriller nero. Abbastanza ben caratterizzati ho trovato i personaggi di contorno, tutti tipi loschi e poco di buono, che hanno scheletri nell'armadio. Un elemento che viene dall'horror degli anni '30, e sempre efficace, è quello del pazzo tenuto nascosto nascosto e rinchiuso in casa. Capolicchio e la Casini sono bravi.
Per essere un film di quegli anni, c'è poco sangue. La scena della vecchia bruciata viva, però, è raccapricciante. In complesso il film non è male, gli manca solo quel qualcosa di indefinibile che ne avrebbe fatto una buona pellicola.
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