Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
Una donna, felicemente sposata con un imprenditore, riceve le avances di un collega del marito. Le rifiuta e se ne va in vacanza in Sardegna, sollecitata dal marito perché in tal modo questi potrà vedersi con l’amante. Raggiunta in Sardegna dal suo spasimante, la donna infine cede.
La trama di per sé, tratta da un romanzo di Martin Maurice, non sembra degna di particolare nota; a conti fatti siamo davanti alle solite nevrosi borghesi a base di inibizioni sessuali e di rapporti di coppia fondati sul reciproco interesse – nulla che non abbia già ripetutamente descritto Moravia, tanto per fare un nome. La sceneggiatura del regista, Antonio Pietrangeli, e di Tullio Pinelli non concede più di tanta vivacità alla storia e nonostante le due preziose firme il copione pare una specie di guazzabuglio intellettuale-erotico patinato senza capo, né coda; per chiudere il capitolo sulle perplessità attorno a questo film, si possono poi citare le presenze di interpreti validi e rinomati come Philippe Leroy, Horst Buchholz e (meno nota, ma perfettamente in parte) Danièle Gaubert: tutto inutile, in sostanza, perché il lavoro risulta effettivamente parecchio insipido. Ciò che purtroppo è accaduto sul set di Come, quando, perché ha segnato definitivamente in negativo la pellicola, destinandola a una prematura scomparsa dalle sale: Pietrangeli infatti morì in un incidente in mare e a completare le riprese intervenne l’amico Valerio Zurlini; se questo fosse realmente il film pensato da Pietrangeli non è dato saperlo, ma di certo non poteva essere un’opera tanto diversa da come si presenta al pubblico oggi. 4/10.
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