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Il peccato degli anni verdi

Regia di Leopoldo Trieste vedi scheda film

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La recensione su Il peccato degli anni verdi

di zombi
6 stelle

storia di elena collegiale diciassettenne che per le feste estive viene "premiata" dai genitori (una depressa alida valli che invece le vacanze le fa in montagna a cogliere la luce dei ghiacciai)con la sua prima vacanza da sola al mare da un'amica di collegio. elena è contentissima, oltre che essere una bella ragazza. accolta alla villa di rapallo dal fratello dell'amica e dai suoi amici mentre giocano distrattamente e annoiatamente a poker, viene subito coinvolta in quella che per elena sarà il battesimo di fuoco della propria vita. l'amica deve dirottare l'attenzione di un noto viveur milanese in trasferta estiva dalle traiettorie della madre, convinta che i due abbiano un affair. vero o presunto che sia, dato che i genitori s'intravedono giusto il momento di una scena di raccordo, succede comunque il fattaccio. l'amica contenta ed elena pure che comunque "servita" all'amica come strumento vivant per i propri fini, viene pure approcciata dal fratello in un delirante sproloquio sull'importanza dell'amore etereo, salvo poi rimanere scornato quando con un'amica vede elena abbarbicata al collo di paolo, il viveur. con la fine dell'estate però, arriva l'inverno dello scontento della nostra protagonista. per di più rimasta anche incinta, elena inesperta delle convenienze(altrui) e delle inconvenienze proprie(la gravidanza inattesa), reagisce subito con uno squallido ricatto monetario, salvo poi fare marcia indietro in un ripensamento quasi celestiale. il film non è male, ma è lento nello svolgimento e nel racconto nonostante duri solo un'ottantina di minuti. a trieste forse non interessa nemmeno fare un ritratto della borghesia del tempo, tra ville al mare in interminabili giornate passate a fare il niente assoluto, anche se l'amica di elena non ci fa una gran figura a conciarla come una mannequin per far si che paolo la adocchi ad ogni costo e levarlo dai pensieri e dalle braccia della madre. sembra più interessato a dipingere un ritratto di adolescente pronta ad affrontare una gravidanza senza matrimonio trasformandosi in una donna consapevole nel giro di due stagioni. del tutto sprecata alida valli in un personaggio solo abbozzato e per di più anche doppiato, nonostante si senta l'urgenza del trieste sceneggiatore, regista e uomo di imporre la diva e la donna in un ruolo comunque piccolo. 

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