Regia di Leopoldo Trieste vedi scheda film
Una ragazza della buona borghesia milanese, durante una vacanza a Rapallo presso la famiglia di una compagna di collegio, intreccia una relazione con un famigerato dongiovanni e resta incinta. Dispiace dirlo, trattandosi di un bravo attore, ma la seconda e ultima prova registica di Leopoldo Trieste ha la delicatezza di un elefante in una cristalleria. Vorrebbe aggiornare Matarazzo al clima sociale del boom, ma non sa che direzione prendere: procede in modo piattissimo, per impennarsi ogni tanto in incongrue accensioni melodrammatiche. La protagonista alterna atteggiamenti da svenevole educanda e da spregiudicata donna di mondo a distanza di poche scene: è abbastanza chiara l’intenzione di fornire un ritratto di giovane donna divisa fra obbedienza alle norme e comportamenti anticonvenzionali, ma in tal caso è molto meglio rivolgersi a I sogni nel cassetto o Nata di marzo. E Ronet, seduttore di cartapesta per cui questa o quella pari sono, affonda nel ridicolo.
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