Regia di Francesco Ranieri Martinotti vedi scheda film
Nascerà anche tutta dal delirio della febbre, questa storia di avventure in India che mescola il folclore dello spiritualismo con schiere di cattivi sopra le righe che paiono usciti da una parodia di James Bond. Ma il gusto del racconto onirico e del ritmo frenetico del videogioco finisce per tradursi in una messa in scena balbettante e spezzettata, nella quale veramente non si capisce fino a che punto gli autori si prendano sul serio e dove, invece, cominci il gioco. Tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti, diretto da Francesco Ranieri Martinotti (“Abissinia”), che lo ha anche sceneggiato con Fulvio Ottaviano (“Cresceranno i carciofi a Mimongo”), “Branchie” ha il respiro corto dello scherzo in famiglia, lievitato chissà perché a un budget tale da consentire 15 settimane di riprese tra l’Italia e l’India. Confuso, parossistico, velleitario, sospeso spesso su un ridicolo che non si arriva a capire se è volontario o involontario.
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