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Branchie

Regia di Francesco Ranieri Martinotti vedi scheda film

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La recensione su Branchie

di mm40
2 stelle

Si parte da un romanzo di Ammanniti, si mette alla regia un totale incapace e quasi esordiente, si scrittura la star giovanile del momento come protagonista, le si mette come spalla un'attrice graziosa ed acerba: cosa si può pretendere oltre allo sfacelo più totale? La storia sembra tratta da un Paperino mese dei meno riusciti (d'altronde sarebbe superfluo sparare su Ammanniti), ma il disagio provocato dalla banalità fumettistica che pervade la pellicola è perfino aumentato dalla recitazione canina del protagonista (impossibile per Martinotti - questo gli va riconosciuto - fargli pronunciare una battuta senza sfoggiare fastidiosissimi tic facciali) e dalla degna collega Valentina Cervi, che però almeno nei prossimi anni riuscirà a conquistare una minima dignità come attrice. Se a Grignani le porte del cinema sono state chiuse in faccia dopo questo Branchie, invece, un motivo certamente c'è; e dire uno solo è un eufemismo, perchè davvero la sua postura, la pronuncia bofonchiata, l'eterna espressione ingrugnita possono ricordare soltanto un punto di riferimento inarrivabile come l'Alberto Tomba di Alex l'ariete. Ma Alex l'ariete arriverà solo l'anno seguente: quindi onore al demerito di Martinotti, che porta alla luce un anti-attore di questo calibro con un anno di anticipo rispetto al Damiani che documenterà le inettitudini attoriali di Tomba. Stereotipi sull'India a parte, un lieve merito in Branchie si può riconoscere nel budget non limitatissimo (come un'operazione del genere potrebbe presupporre), che permette di sfoggiare scene e costumi non palesemente fasulli, ma basta così: perchè cercare di dire qualcosa di buono su questo film è praticamente un'arrampicata libera sugli specchi. 2/10.

Sulla trama

Marco sogna di essere un pesce. Vola in India, insieme alla fidanzata, per costruire un megaacquario. Qui viene insidiato da bonzi napoletani maneschi e da una principessina che lo droga per violentarlo, ma conosce alcuni musicisti che lo aiutano a fuggire. Ovvio che era solo un sogno.

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