Regia di Raja Gosnell vedi scheda film
Non si sfugge mai agli incubi della scuola. E Drew Barrymore se ne accorge La scuola, nel cinema americano contemporaneo, non chiude mai. Torte di mele, balli di fine anno, idoli ed emarginati, secchioni e scemi, ansie “per la prima volta”, citazioni e lezioni da Shakespeare: per gli spettatori teenager è sempre ricreazione. Tra “Porky’s” e “Animal House”, l’estetica di “Happy Days” come categoria dello spirito (giovanile). Cosa pensano, vogliono, fanno gli eterni studenti? Una domanda senza risposta, degna, però, di un’inchiesta del “Chicago Sun Times” che chiede alla redattrice più goffa e insicura, Josie, di travestirsi da liceale e tornare in classe. Gli orrori e le umiliazioni del passato scolastico della giornalista (la “buzzicozza”), tornano incubi incancellabili, mentre osserva, si mimetizza, filma con una telecamera nascosta la vita e il linguaggio di una generazione di aspetto vivace, ma cristallizzata dai film nei riti da corridoio, da festa, da campo sportivo.
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