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The Sixth Sense. Il sesto senso

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su The Sixth Sense. Il sesto senso

di Fanny Sally
8 stelle

Inquietante thriller psicologico con forti echi horror e paranormali che segnò la consacrazione ad Hollywood del talentuoso regista angloindiano M. Night Shyamalan.

Malcom Crowe, psicologo specializzato in disturbi infantili, dopo essere scampato in maniera più o meno traumatica all’assalto di un suo vecchio paziente ricaduto nella spirale della psicosi,  si ritrova ad aiutare un ragazzino che afferma di essere perseguitato dalle anime dei morti. Nel corso dei suoi incontri con l’intelligente, triste e sensibile tredicenne, il dottore scoprirà pian piano una terribile verità, che lo costringerà a rivedere tutta la sua esistenza, le sue credenze e il suo lavoro.

 

Le atmosfere soffuse, spettrali e malinconiche, l’abile costruzione della trama intessuta di suggestioni, immagini e frasi ad effetto, la soffusa e inedita interpretazione drammatica di Bruce Wills e quella altrettanto intensa del piccolo Haley Joel Osment contribuiscono a rendere il film di M. Night Shyamalan uno dei più memorabili e originali esempi di horror psicologico, in cui la tensione sottile si accumula di pari passo alla graduale consapevolezza che si fa strada nei suoi stessi protagonisti, ed emerge grazie a piccoli sussulti, opportunamente studiati e scansionati durante la visione, che assume quasi il sapore di un giallo in cui si va istintivamente a caccia di indizi, tanto è straniante la rappresentazione.

Per tutto il tempo si ha la insinuante inspiegabile sensazione che qualcosa non venga detto o che non sia stato colto, e la scioccante rivelazione finale certo riesce a centrare l’obiettivo, da una parte sciogliendo quel muto interrogativo, dall’altro aggiungendone altri e lasciando addosso una senso di profonda inquietudine, tutto questo senza esagerare mai con immagini crude o sanguinolente. In fondo è una tragedia della solitudine e dell’incomunicabilità quella che Shyamalan mette in scena, ma lo fa in maniera accattivante e trasversale, costruendovi attorno una storia di fantasmi, che esula anch’essa dagli schemi classici del genere.

I veri fantasmi sono gli uomini che vivono una vita da spettatori, in balia di rimorsi e rimpianti.

 

Cult ancora oggi validissimo, anche dopo ripetute visioni.

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