Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Il sesto senso è quello che cappotta gli altri cinque per tutto il film. E’ un sesto senso dal potere insinuante che regia e sceneggiatura manipolano come un finissimo gioco di prestigio. Il sesto senso può catapultarci in una dimensione impossibile mentre non sono che gli altri cinque a fare continuamente cilecca per l’intera durata della pellicola, fino ad arrendersi, alla fine, di fronte a manifesta dabbenaggine.
Travis parla nella sua opinione di “condizioni da accettare”, alquanto riduttivo direi. Il film detta lui le condizioni e noi ci adagiamo obbedienti senza percepire alcuna imposizione.
Il nostro sesto senso si burla elegantemente di noi assieme al grandissimo Shyamalan che non si è, tuttavia, mai più ripetuto a questi livelli nonostante la reiterazione dell’archetipo sestosensiano. Sarebbe stato mostruoso il contrario, del resto… mi limiterò a sottolineare, ancora una volta, la capacità unica di certo cinema, di oltrepassare qualsiasi altra arte narrativa, dal teatro alla scrittura, fornendo incredibili chiavi di lettura che si adeguano sinuose a chi le recepisce, modificandone percezioni ed apparenze, fino a sviscerarne un sesto, cosciente e raffinato, di senso, che vi lascerà basiti.
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