Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Il sesto senso è un buon thriller, con diverse punte drammatiche e un senso di assoluta solitudine che assale i protagonisti, dal piccolo Cole, al dottor Crowe, alla madre di Cole. Sarebbe solo un buon thriller, se non fosse per quel magnifico finale, spiattellato a destra e sinistra, che ora ne rovinerebbe la visione a chiunque.
Oltre ad un bel rigore formale, Shyamalan azzecca alla grande la storia, mettendo in scena una situazione al tempo stesso toccante, per l'angosciante e sola infanzia di Cole, e spaventosa, per il "disturbo" da cui Cole è affetto: "I see dead people", in lingua originale. Crowe (Bruce Willis), lo psicologo che lo segue, dapprima pensa che soffra di turbe schizoidi, poi cerca di credere alle orrende visioni del bimbo. Con queste premesse, Il sesto senso commuove ma riesce anche a spaventare, toccando le giuste corde sentimentali dello spettatore e affidandosi anche a interpretazioni ottime e struggenti, su tutte quelle di un Bruce Willis che ha temporaneamente dismesso i panni dell'eroe di film d'azione e di Haley Joel Osment, bambino prodigio. Basterebbe questo per lasciarci soddisfatti, nonostante l'apparente incongruenza per cui lo psicologo non parla mai con la mamma del bambino, fino a un finale eccezionale che spiega tutto e che ci lascia a bocca aperta.
Classe 1988, lo credevo, dopo questo film e A.I. di Spielberg, capace di sfondare viste le immense capacità, ma gli è rimasto un faccione da bambino ed è assurto all'onore delle cronache solo per una condanna per guida in stato d'ebbrezza e possesso di marijuana...peccato!
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