Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Autentico colpaccio ai botteghini mondiali a sorpresa, "The sixth sense", includendo una sola star riconosciuta, senza effetti speciali strabilianti, e con un ritmo regolare tendente al lento, battè alla sua uscita concorrenti apparentemente irraggiungibili quali il "Tarzan" disneyano , il primo capitolo della nuova trilogia di "Star wars" e la coppia Gere-Roberts riunita per la seconda volta. Curioso notare che una pellicola dal budget non elevatissimo sia riuscita a creare il pathos che necessita quando un'ombra che passa, o una mano che spunta all'improvviso da sotto un letto possa far schizzare sulla poltrona gli spettatori dell'era pre-digitale; il limite più consistente di questo buon film è di abbozzare certe soluzioni di sceneggiatura, lasciandole più suggerite che chiarite, però il risultato finale è interessante, unisce angoscia a una sensibilità sempre più rara nel leggere la psiche dei bambini, dando l'adatto spessore alle paure e alle malinconie del piccolo protagonista Haley Joel Osment, di cui impressiona l'espressione addolorata che porta nello sguardo, ed è molto bravo anche Bruce Willis a giocare sui mezzi toni. Non è facile arrivare preparati al colpo di scena che chiude la pellicola , bella mossa narrativa che lascia incredula gran parte degli spettatori.
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