Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Uno dei maggiori successi cinematografici del 1999 è un film dal doppio volto, equamente diviso tra un soft-horror (un bambino che vede le persone decedute per morte violenta e riesce progressivamente a stabilire un contato con loro) ed un dramma con una buona dose di suspance (lo psicologo che cerca di aiutarlo, interpretato da un pacato Bruce Willis, capirà solo alla fine come stanno veramente le cose). Di precedenti del genere, soprattutto in merito al finale, la storia del cinema e del teatro sono pieni, abile è stato comunque il regista di origini indiane Shyamalan a dosare tutto senza strafare, mantenendo la tensione alta dall'inizio alla fine, aiutato in questo anche dall'ottima interpretazione del piccolo Haley Joel Osment al suo terzo film. Il regista, che appare anche in una piccola particina di contorno, si dimostrerà "recidivo" nel genere psycho-horror con i successivi "Signs", "The village" e soprattutto "The visit" del 2015.
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