Regia di Kevin Hooks vedi scheda film
Dopo la visione del notevole “The Descent”, essendo ancora in fase digestiva dopo la consumazione di un’ottima pasta all’amatriciana, mi sono soffermato su RAI 4 che trasmetteva questa “fatica” datata 1996 del regista Kevin Hooks, dal titolo originale “The Fled” e dichiarato come remake de “La parete di Fango” di Stanley Kramer. La storia racconta della fuga di un’improbabile coppia di carcerati, inseguiti dalla polizia e da criminali vari interessati ad un dischetto compromettente in possesso di uno due. E qui finisce la fatica sceneggiativa del regista: il resto del film è un confuso e piatto concentrato di azione, inseguimenti, torture e sparatorie scimmiottanti, alternativamente, o John Woo o Quentin Tarantino, senza soluzione di continuità e, soprattutto, senza idee. Il regista tenta di affidarsi ad attori/attrici che vivranno, alcuni di loro, momenti di gloria futuri e ad uno stuolo di caratteristi da serial televisivo americano, in un “meltin pot” di personaggi comunque senza spessore: il truffatore bianco, il poliziotto nero, la belloccia messicana ed il killer cubano, giusto per non farci mancare nulla. Sarebbe stato preferibile, a mio avviso, adattare il plot per la Tv via cavo americana, concentrando la durata nei canonici 45 minuti di una qualsiasi poliziesco ed evitare di cimentarsi sulla lunga (e faticosa) distanza. Mi sono comunque divertito molto nel (ri)vedere Laurence Fishburne senza le guanciotte, Stephen Baldwin magro ma con la consueta faccia da bamboccione, Salma Hayek con il suo bell’ovale del viso e senza i tratti arcigni dell’ultimo periodo e, dulcis in fundo, i cellulari formato mattone.
Confusa.
Inutile.
Indomito.
Inconsistente.
Imperturbabile.
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