FEFF 22
C'era una volta un mite ragazzo laureato in architettura, ma disoccupato, che si trovó costretto ad accettare un lavoro bizzarro presso un'azienda produttrice di bambole di lattice, utilizzate a scopo di soddisfazione sessuale da parte di utenti, per lo più maschi, che non riescono facilmente a far breccia su donne in carne ed ossa.
C'era una volta anche una coppia, Tetsuo e Sonoko, che si incontró in circostanze fortuite, scoprì di amarsi con una intensità tale da soprassedere alla necessità di conoscersi in modo approfondito in ogni minima sfaccettatura, salvo poi ritrovarsi a non conoscersi come si sarebbe pensato e desiderato.
E poi c'era, anzi c'è, il destino cieco che si accanisce su determinate persone, lasciando ai sopravvissuti l'onere di trovare risposte a domande che non consentono repliche.
Romance doll èuuna favoletta che si fa forte di uno spunto piccante ed ammiccante, e fa pensare, già dal titolo, al folle, meraviglioso film, pure lui nipponico, di Kore-eda, ovvero Air Doll, ma se ne distanzia subito, trasformandosi piuttosto in una sorta di Ghost senza fantasmi. Una vicenda sentimentale, delicata, ed in qualche modo pure struggente, che riflette semiseriamente sui conflittuali rapporti tra esseri viventi uniti da un rapporto di coppia, con il medesimi sentimentalismi del noto film americano; e che cerca una via di scampo attraverso una presenza questa volta assolutamente palpabile, anzi solo palpabile, la donna di lattice obbediente e a proprio uso e consumo, a cui non manca nulla tranne che l'anima... forse.
Una bambola che trasforma in un dio disperato il suo accanito creatore, solo nel suo dolore e deliberato a cercare nella perfezione del dettaglio, la risposta ad una perdita che non si riesce ad accettare.
Da un regista specializzato in commedie contemporanee e giovanili, Yuki Tanaka, Romance doll impiega sin troppo tempo per arrivare ad una conclusione tutto sommato ampiamente prevedibile dopo i primi dieci minuti, forzata ed edulcorata oltre misura, pur azzeccando la vicenda qualche personaggio, discretamente sfaccettato, soprattutto quelli di contorno come il vecchio collega del protagonista, e la figura dolente e remissiva di Tetsuo, reso con credibilità da un attore già incontrato in passato, quel Issey Takahashi col viso da bambino vecchio che mi ricorda in parte quell'inquietante Swan Arlaud, ciò nonostante idolo delle platee femminili l'Oltralpe.
Tanto, troppo sentimento lungo l'interminabile fase iniziale, qualche sorpresa sul finale amaro oltre ogni sospetto, all'interno di un soggetto ed una storia che indulge sin troppo sulla capacità innata insita già nel titolo di provocare ammiccamenti morbosi nello spettatore. Ma, ripensando al già citato, entusiasmante e, quello si davvero struggente ed irresistibile, Air Doll (con la strepitosa e "diversamente bella" Doona Bae) ecco che ci rendiamo conto della debolezza di questo piccolo e un pò melenso piccolo film che ne riprende, seppur solo in parte, audaci, stuzzicanti erotiche premesse.
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