Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film
45 piani sequenza, composti soprattutto da carrellate e panoramiche, danno vita ad una struttura dossografica a flashbacks, in pieno stile rivoluzionario (dal punto di vista cinematografico). Non è quindi casuale il riferimento a Resnais, né se interpretato dal punto di vista della tecnica, né dal punto di vista tematico. Il film infatti è fortemente ancorato alla nozione di tempo ed agli effetti che quest'ultimo ha sulle persone, sugli ideali, sulla Storia. Il passato riaffiora durante una cerimonia (il matrimonio di due studenti che avevano manifestato per l'abolizione del trattato di integrazione militare nippo-americano) che dovrebbe suggellare un nuovo nucleo familiare, "cellula base di ogni società". I discorsi idealistici con cui viene presentato l'evento nascondono verità ben più amare ed inquietanti, fatte di egoismi e fratture. L'andirivieni temporale è l'occasione per una dura (auto)critica al movimento studentesco, a quello cui si è ridotto per via della crescente "istituzionalizzazione" e alla mancanza di una vera linea comune tra i suoi membri. Oshima non risparmia nessuno e la vertigine del nichilismo è sempre palpabile, sia dai personaggi che dagli spettatori. Una fotografia scura e nebbiosa è il tratto visivo che unisce i vari frammenti, dando inoltre una connotazione spettrale e metaforica agli avvenimenti. Certo, Notte e Nebbia in Giappone non sarà quella violenta deflagrazione che è Racconto Crudele della Giovinezza, ma sicuramente non sembra un film diretto da un regista "alle prime armi" con poche pellicole alle sue spalle (tra cui il capolavoro appena citato). Un'opera rigorosa e lucida.
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