Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Nell’Inghilterra del ’700 un avventuriero, che ha fatto fortuna nelle colonie e si atteggia a gentiluomo ma in realtà è il capo di una banda di malviventi, deve badare suo malgrado a un ragazzino, figlio di una sua vecchia fiamma appartenente a una famiglia aristocratica poi caduta in rovina. Robusto film di genere nobilitato dalla firma di Lang: ci sono tutti i luoghi comuni che ci si possono aspettare (duelli, fughe, tradimenti, tesori nascosti), ma c’è anche una sensibilità notevolissima per gli aspetti ambigui del protagonista e per le ambientazioni inquietanti (la fatiscente villa dei Mohune con il giardino invaso dalle erbacce, la cripta sotterranea in cui è sepolto il loro misterioso antenato). Dietro la patina avventurosa è la storia di un uomo esacerbato, che per i casi della sorte ha potuto consumare una vendetta postuma contro chi l’aveva umiliato e che si ritrova a gestire un tardivo e inatteso surrogato di paternità. Il finale, almeno in apparenza aperto, probabilmente deve qualcosa a Il cavaliere della valle solitaria: Granger si dilegua ferito (mortalmente?), mentre il ragazzino resta ad aspettare con fiducia il suo ritorno.
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